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Claudio Villa
di Ciro Discepolo

 


La notizia ha lasciato tutti increduli: Claudio Villa, presentando la sua seconda bambina, Aurora, ai giornalisti, ha dichiarato che entro un anno si ritirerà dal mondo della canzone. Non c'è stato bisogno né della divisione Folgore, né della camicia di forza: dice di voler abdicare "sponte voluntate". Naturalmente, come astrologi, non ci crediamo affatto. E come potremmo?

Intanto perché sull'impero di un Capricorno "arrivato" non tramonta mai il sole e poi perché il Capricorno in oggetto è uno che ha sempre detto cose del tipo "Sono er più", "Io e Sinatra siamo alla pari", "I giovani cantanti sono senza c.", e via celebrandosi. Ogni sua apparizione è uno show, una cantilena di attacchi a "quelli che gli vogliono male", un'esibizione che rischia di diventare, da un momento all'altro, un saggio di culturismo, con Villa compresso a mostrare i muscoli in una posa da gladiatore. Credeteci, un uomo così non si ritira. Forse darà un colpo di timone alla propria attività professionale, forse cambierà stile o si lancerà in nuove iniziative, ma in quanto a gettare la spugna, ci sembra più probabile che venga trovato il petrolio sotto il Campidoglio, anziché vedere Claudio Villa cantare soltanto per le sue bambine e per la moglie Patrizia, anche lei quasi una bambina.

Questo eccezionale personaggio, così simile per certi aspetti a Kassius Klay, è così strettamente imparentato a Narciso che difficilmente potrà sottrarsi al godimento di tenere conferenze stampa per parlare di sé, delle sue doti eccezionali, delle congiure con cui lo si vorrebbe eclissare. Egli vive nel mito del proprio do naturale che effettivamente è al livello di una magnum 44. Il suo sogno ricorrente lo vede impegnato in una mutazione biologica che, facendogli lievitare ancora di qualche decibel la voce, gli permetta di mandare in frantumi i vetri di tutto un quartiere con un acuto, secondo il leit motiv "chi ce l'ha più grosso è il numero uno". L'ombra di Freud sorride in disparte.

No, Claudio Villa continuerà a modulare le onde medie, corte e cortissime con le note di Granada, canterà ancora la sua Marina, Marina, Marina, come se fosse la cosa più normale del mondo, ci riproporrà Binario come a una prima. La sua sicurezza (?) è disarmante, la sua ostentazione di certezze assolute disorienta, la sua presunzione è tanto grande da sottrarre ogni forza polemica a chi gli sta davanti. I suoi sono paradossi troppo a dismisura per essere affrontati.

Alle spalle di tutto ciò si staglia, chiaramente, doveva capirsi subito, un gigante di argilla, un campione di sensi di inferiorità ipercompensati. Claudio Villa è nato a Roma, a Trastevere per la precisione, l'l gennaio 1926, alle 20.30. È dunque un Capricorno con Ascendente in Leone e con la Luna in Leone. Questo segno è fortissimo nel suo oroscopo anche perché il Sole, al momento della sua nascita, era nel quinto settore del cielo, corrispondente proprio ad esso. Ciò spiega il narcisismo, la presunzione, la boria del suo carattere. Lo stesso, unito a Mercurio in Sagittario, aiuta a comprendere come egli sembri mancare totalmente di autocritica, come riesca a prendersi sul serio quando fa i comizi. Pare non lo sfiori neanche il dubbio che la sua retorica confini con la sceneggiata. Ai valori Leone deve anche l'atteggiamento recitativo, quello per esempio che lo fa piangere in televisione quando parla della madre, scagliando via dagli occhi, con il dorso della mano, lacrime che, a giudicare dalla forza impiegata nel gesto, dovrebbero essere grandi come ciliege.

Claudio Pica, ribattezzato Villa, ebbe un'infanzia difficile e sofferta, in cui dovette lavorare ben presto, prima vendendo abusivamente acqua minerale e poi facendo l'apprendista in una cartiera. Questo primo impatto combattivo con la vita, alla conquista di un posto al sole, ha lasciato un segno dentro di lui, finendo per dargli una visione conflittuale dell'esistenza, una sorta di piccola paranoia (la Luna in dodicesima Casa e Nettuno dominante all'Ascendente): i giornalisti lo perseguitano, alla Rai lo odiano, i padroni della musica vorrebbero vederlo in ginocchio. Di qui il suo spirito da combattente, l'impegno quotidiano, la guardia sempre alta, l'atteggiamento da bullo, l'aria fiera e polemica. Da bambino si ammalò gravemente di logorrea e da allora non ha più smesso di parlare: sembra un fiume in piena, inarrestabile.

Il Capricorno è certamente la chiave di lettura di tutto ciò, il Capricorno e la statura bassa: si tratta di un'accoppiata che ha sempre prodotto grossi complessati alla conquista del mondo. A ciò si deve aggiungere Nettuno all'Ascendente, quadrato a Saturno e sesquiquadrato (1° 36') al Sole, che indica chiaramente problemi psicologici di fondo, mancanza di sicurezza, ossessioni, stati depressivi. Con gli anni anziché rientrare, questi problemi sono cresciuti, vuoi per il naturale declino energetico-fisico, vuoi per l'inattualità artistica dello stile da lui rappresentato. Non si può dire che le sue canzoni non piacciano più, essendo comunque dei classici, tuttavia la pressione esercitata dalla musica dei nuovi astri nascenti nel firmamento canoro internazionale fa sentire il problema, a lui quanto all'osservatore critico, di un rinnovamento. Che egli possieda una voce stupenda non lo ha mai messo in dubbio nessuno [e sia detto per inciso: noi siamo suoi grandi ammiratori, dal punto di vista canoro], che alcune sue interpretazioni canore siano dei capolavori sempre tali non si discute, ma ciò che rende criticabile Villa è il trasbordare del suo problema privato, di uomo, a problema pubblico: la gente lo vorrebbe soltanto cantante, non alfiere della sua crociata personale in contraddittorio con tutti.

Con Saturno e Marte in quarta Casa doveva prevedersi una seconda parte della vita difficile, un declino tormentato, non fisiologico. E questo sarà il problema che lo vedrà più seriamente impegnato in futuro, la vera grande prova della sua vita, il nodo della sua maturità. Saper invecchiare è difficilissimo, così come lasciare il potere: qui si distinguono i grandi uomini dagli altri. E per il cantante romano purosangue è ancora più difficile con un Marte così splendidamente messo, in Sagittario, emblema di grande esuberanza e forza fisica. Delle sue cronache romanzate e colorate di rosa dai rotocalchi che ce lo mostrano nelle situazioni più celebrative, forse le sole completamente autentiche sono quelle relative al suo mito di atleta, di sportivo, di centauro. Marte in Sagittario, ben messo, giustifica tranquillamente gli ottocentomila chilometri fatti in moto ("cinquanta volte il giro del mondo").

A proposito di moto è d'obbligo consigliargli di metterla da parte per un paio di anni, fino a che Urano non avrà esaurito il transito di congiunzione su Marte natale. Lo stesso potrà significare, secondo un'interpretazione classica del passaggio, anche un dispiacere affettivo o un problema di natura immobiliare, tuttavia il primo rischio pensato sussiste, maggiormente, in un periodo di cambiamenti, quali quelli annunciati dal soggetto. Cambiare vuol dire rompere l'equilibrio precedente, scatenare le forze interne della resistenza, sollecitare quelle manifestazioni dell'inconscio indirizzate a richiamare autoritariamente l'attenzione cosciente sul problema più importante in corso. Infatti il suo distacco dal potere, non essere più il "reuccio", il giorno che dovesse accadere potrà essere traumatico. Alle spalle ci sono tremila motivi incisi e oltre ventidue milioni di dischi venduti.

L'operazione in cui dovrebbe riuscire consiste nel far vivere, il più serenamente possibile, le due altre dominanti dell'oroscopo: Saturno al Fondo del Cielo e Venere al Discendente, in Aquario. La prima dovrebbe rappresentare proprio una sorta di esilio forzato, di fuga dal pubblico per un lungo tuffo nel privato più stretto. Ma qui abbiamo molti dubbi, come detto, sulle chance di successo. L'altra dominante, che fino a oggi ha avuto un ruolo di primo piano nella sua riuscita artistica, potrebbe invece più facilmente virare per fargli valorizzare la componente affettiva che è dentro di lui e che ha avuto ben poco tempo per manifestarsi. Tutto sommato vorremmo augurargli di continuare a essere così antipaticamente genuino e tenacemente convinto del proprio ruolo. Vorremmo continuare a vederlo come nella prima puntata [ ma forse si trattava della seconda] di Bontà loro, quando Costanzo gli chiese: "Ma è vero che in quel tale posto, durante quella esibizione, il pubblico ti fischiò abbondantemente invitandoti a tornartene a casa?". E Claudio Villa, dopo un attimo di sgomento in cui gli si leggeva in faccia che avrebbe voluto sprofondare sotto terra: "Sì, è vero, ma vedi è stata tutta una manovra, era tutto preparato", e tentando di convincere gli altri comincia a convincere anche sé stesso. "I ragazzi erano stati pagati per fischiarmi, ma dopo sono venuti nel mio camerino a spiegarmi tutto, a scusarsi, a dirmi che loro erano miei ammiratori, che io sono il migliore, che io ... ".

Ciro Discepolo



Tratto dal libro Da Costanzo a Nilde Jotti, edizioni Ricerca '90, 1992

 

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