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Stefania Sandrelli
di Ciro Discepolo


Proviamo a fare un bel cocktail astrologico. Mettiamoci dentro una doppia dominante Luna-Marte (sensibilità e determinazione), un Giove trigono al Sole (tanto ottimismo), una Venere in Cancro (senso materno), un Ascendente in Scorpione e una Venere in ottava Casa (tanto erotismo), una triplice congiunzione Sole-Mercurio-Urano in Gemelli (vivace intelligenza), tutti gli astri sopra l'orizzonte (competizione e successo): ecco, abbiamo dato vita a Stefania Sandrelli. Tale è infatti il mosaico astrologico della bellissima attrice, definita "rinascimentale" dal regista Tinto Brass, e che in questi mesi è stata al centro dello scandalo e del successo, come vuole l'opposizione di Giove di rivoluzione al Sole di nascita, per il suo ultimo film La chiave.

E la chiave per capire questa sensibilissima attrice è appunto nelle valenze appena citate. Prima di tutto le due dominanti, Luna e Marte. Che sia una creatura lunare lo dimostra il fortissimo transfert che riesce a stabilire col pubblico, soprattutto quello maschile. Fin dalla sua prima apparizione sullo schermo, in Divorzio all'italiana di Pietro Germi, si ebbe subito l'impressione di trovarsi di fronte a una ragazza popolare, capace di conquistare il pubblico. Così è stato, e la Sandrelli, film dopo film, è sulla cresta dell'onda da oltre venti anni. La sua storia iniziò nella natia Viareggio dove, a quindici anni, incontrò e amò subito Gino Paoli. Il loro amore durò nove anni e, oltre a tanti bei ricordi, le ha lasciato anche una figlia, Amanda, nata quando lei aveva soltanto diciassette anni. Poi le cose tra i due precipitarono e l'attrice, ormai già affermata, sposò il play-boy Nicky Pende (ma lui allora non sapeva ancora di essere tale e anzi ispirava tenerezza alla nostra) dal quale ebbe un figlio, Vito. Anche il matrimonio andò a ramengo e tra le due storie d'amore principali della sua vita si sono frapposte tante altre love story, piccole e grandi, che hanno contribuito a mitizzare il lato "fatale" del soggetto.

L'amore, confessa lei, è sempre in cima alle sue aspirazioni, ma a gratificarla di più sono stati sempre il cinema e i figli. Il cinema, per l'appunto, la sta celebrando come una delle regine (se diamo retta agli incassi) della stagione 1983-1984. E qui è il caso di dire: "L'hanno vista tutti e tutta". Ovvero: "In che misura hanno inciso i nudi integralissimi del film e le scene hard-core (quasi) dello stesso in questo specifico successo?". Al sociologo la risposta; da parte nostra ci limitiamo a ricordare la dominante Luna al Medio Cielo (grande popolarità) e due direzioni primarie di tutto rispetto nel 1983: Sole trigono all'Ascendente e Medio Cielo trigono al Sole.

Del resto un corpo, da solo, non può fare miracoli e, del suo, Moravia ha detto: "Basta che cammini e distribuisce sesso". Un corpo che parla oppure un'anima che trasmette col corpo a mo' di antenna. Ma da dove viene tanta sensualità? Soprattutto da Venere nel Cancro in ottava Casa. Venere nel Cancro è una Venere che ha bisogno di dare e ricevere molto affetto. Stando in ottava Casa stabilisce che il veicolo migliore per far ciò è il sesso (il sesso, se vogliamo, è la manifestazione più infantile - e quindi cancerina - del bisogno d'amore). L'erotismo, la malizia, gliela danno l'Ascendente in Scorpione e la Luna in Vergine.

Attenzione a questa accoppiata, spesso è significatrice di frigidità; altre volte testimonia un forte indirizzamento in senso erotico (i valori Vergine vengono compensati), come nel caso di Paola Pitagora che ha valenze Vergine. Questa Venere è saturnizzata essendo congiunta al "gran malefico" della tradizione. Il suo destino, che l'ha portata a tante separazioni, testimonia questo lato-ombra dell'oroscopo. Alla congiunzione Venere-Saturno in ottava Casa si deve anche un particolare interessante: due suoi amori hanno tentato di togliersi la vita (uno, Luigi Tenco, c'è anche riuscito).

Ma Venere è anche quadrata a Giove, ciò che stabilisce l'esistenza di una morale molto elastica. Al giornalista de L'Espresso che le chiede se ritiene di essere una "troia", risponde: "Non ho nessun problema a sembrare una troia. E poi non so neanche cosa vuol dire in italiano. Dovremmo definirla, quella parola". L'intervista va avanti pressappoco su questo tono, un po' a luce rossa, come il film. Ma questo per spiegare il suo anticonformismo ovvero il suo desiderio di trasgressione inscritto d'ufficio nella dominante Vergine (Luna) compensata. E, insistiamo, su questo punto, a tracciare un parallelismo ideale con Paola Pitagora.

Giove è in undicesima Casa, magnificamente piazzato, e spiega gli amici potenti, le conoscenze di prestigio (a cominciare da Gino Paoli) che, bravura a parte, hanno senz'altro avuto un ruolo primario nella sua crescita professionale.

Ritornando a quanto detto, saremmo dell'idea di correggere leggermente l'ora di nascita (18.45 è quella dell'anagrafe). A giudicare dalla sua vita passata dovremmo posporla di poco, in modo da far capitare ben dentro l'ottava la congiunzione Venere-Saturno e più in settima Casa la triplice congiunzione Sole-Mercurio-Urano (il divorzio e le varie separazioni). A proposito di quest'ultima congiunzione è un piacere notare che sua madre, da bambina, la chiamava Mercurio, perché non stava mai ferma. Cosa può esserci di più irrequieto di una triplice congiunzione Sole-Mercurio-Urano in Gemelli?

La sua vocazione a dare scandalo è probabilmente connessa alla dominante Marte, in nona Casa: guerre di pensiero, scomuniche date e ricevute, conflittualità ideologica. Già anni fa sollevò un caso con la famosa scena della doppia contemporanea masturbazione in Novecento di Bertolucci. Molti gridarono allo scandalo, come adesso per La chiave, e lei, con molta tranquillità, si disse e si dice sconcertata da tanta sessuofobia, soprattutto s'indigna quando le si chiede perché non si sia fatta sostituire da una controfigura nelle scene più audaci: "Ne ho parlato anche coi miei figlioli che son grandicelli e loro mi hanno approvata e sostenuta. Se avessi accettato una controfigura, allora sì che ci sarebbe stato moralismo e malafede da parte mia! ".

Indubbiamente si tratta di coraggio, coraggio che le viene dalla dominante Marte. Quest'ultima, insieme alla solarità dell'oroscopo (tutti gli astri sono sopra l'orizzonte), ci parla anche del suo spirito competitivo. Fin dal suo primo provino, con Germi, Stefania sfidò il destino volendo arrivare prima, con grinta, con determinazione. Fino ad oggi c'è riuscita, non a essere prima ma ad essere sempre presente, nonostante la crisi cronica in cui si è inabissato da anni il nostro cinema. La sua sempreverde giovinezza, assicurata dai valori Gemelli, la farà essere a lungo in primo piano.

I prossimi anni saranno assai evolutivi per lei: tra la fine dell'83 e la fine dell'85 i transiti, le direzioni primarie e le Rivoluzioni solari ci parlano di grossi cambiamenti per lei, non nascondendo qualche insidia. Soprattutto dovrà guardarsi dal pericolo di un incidente stradale di una certa gravità.

Tra le direzioni primarie dei prossimi anni spicca quella di Marte congiunto a Nettuno in undicesima Casa e Marte proviene dalla nona. Ma soprattutto c'è il passaggio rivoluzionario di Urano all'opposizione di sé stesso, del Sole e di Mercurio. Un transito così importante non potrà non registrare anche qualche mutamento di rilievo nella vita professionale. Se, poi, come pensiamo, i tre astri ora citati sono in settima Casa e non in cuspide di ottava, allora si annuncia anche un grande amore all'orizzonte.

Quel che è certo è che Stefania Sandrelli continuerà ad affascinarci e a meravigliarci, con la sua splendida natura mediterranea, che si oppone, col suo temperamento, con la sua sensualità, alla grigia algida fatiscente impersonale femminilità delle latitudini nordiche. Il suo corpo, come il suo Io, vuole essere un inno alla vita e per questo è servito magnificamente alla tematica di fondo del film di Brass: un uomo che sta per morire si attacca alla vita attraverso la sensualità di un corpo. L'eterno binomio Eros-Thanatos con le sue mille modulazioni.

Stefania è una creatura che vive, che trasmette vita, e anche per questo non riesce a gestire un rapporto sentimentale fatto di continuità e di esclusività: la fedeltà non è il suo forte. C'è in lei qualcosa della protagonista del romanzo di Piero Chiara Una spina nel cuore, una figura femminile che vive e fa morire, che scatena le più violente passioni. Molti hanno anche visto in lei l'incarnazione di Lulù, l'eroina di Frank Wedekind, portata sul piccolo schermo dal regista Mario Missiroli e impersonata proprio da lei. Ma lei è soprattutto Stefania Sandrelli, sé stessa, unica al mondo, un "marchio registrato", come ogni essere umano, certificata dal proprio oroscopo.

Ciro Discepolo

 

Tratto dal libro Da Costanzo a Nilde Jotti, edizioni Ricerca '90, 1992

 

 


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