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Luigi Pirandello
di Ciro Discepolo


Come si potrebbe spiegare, se non soprattutto con una Venere dominante, all'Ascendente, nel segno dei Gemelli, che il figlio di un uomo rude e incolto, commerciante in zolfo, nato e vissuto in un piccolo centro della Sicilia sud-occidentale del secolo scorso, dimostrasse con gli anni tanto amore per le lettere fino a diventare Premio Nobel per la letteratura?

Spesso i mestieri vengono ereditati dai padri o dall'ambiente in cui si vive, altre volte vengono scelti in funzione di strette esigenze di mercato dell'economia locale (è il caso, per esempio, dei pescatori in un'isola), altre volte ancora nascono come il moto di reazione ad un problema interno (è il caso di Gavino Ledda, l'autore di "Padre padrone", che per compensare i lunghi anni di forzato silenzio passati a pascolare le pecore sui monti sardi, divenne professore di glottologia, la scienza della comunicazione verbale). Ma nel caso di Pirandello? Nel caso di Pirandello vi è stato evidentemente un motivo trainante che ha avuto ragione di tutti gli altri che sembravano dovessero prevalere. E la Venere citata è senz'altro un anodo capace di attirare in una direzione assai specifica, anche gli elettroni libidici di un giovane essere così strategicamente lontano dal mondo delle arti.

La dominante Venere, in Gemelli, all'Ascendente, non è comunque l'unico elemento di riconoscimento astrologico di questo caso assai singolare: concorrono ad identificarlo anche Mercurio, signore dell'Ascendente in terza Casa, e il Sole che è trigono a Giove, signore della 6ª in Xª, in trono nei Pesci. Quest'ultimo punto giustifica bene il grande successo letterario dello scrittore scomparso nel 1936.

L'analisi astrologica di Luigi Pirandello è decisamente stimolante in quanto la stessa può basarsi su alcuni fattori importanti: la conoscenza precisa dell'ora di nascita del soggetto; una grande quantità di opere che sono lo specchio della sua anima e che offrono un confronto immediato dell'immagine che del poeta ci viene offerta dal suo quadro astrologico; un vissuto ricchissimo di episodi di rilievo anch'esso utile al tentativo di analisi in parallelo con l'astrologia.

I fatti della vita, il commento delle opere, la biografia di chi gli fu vicino, le gioie e i dolori che lo animarono, l'elencazione dei difetti e dei pregi che lo rappresentarono al mondo, ci sono offerti tutti in un mirabile saggio di precisione, ricerca storica e culturale che è la biografia di Gaspare Giudice, edita dalla UTET. Ed è seguendo cronologicamente questa che ci accingiamo a commentare la carta dei cielo di nascita del soggetto.

In essa si legge come Luigi venne al mondo, nella campagna del Caos nei pressi di Girgenti (Agrigento di oggi), il 28 giugno 1867 alle ore tre e un quarto antimeridiane: sua madre era stata allontanata dal paese per scongiurare il pericolo di contagio del colera, che in quel tempo mieteva numerose vittime in Sicilia. Il secondogenito di Stefano Pirandello nacque senza levatrice e di lì a poco affrontò una seconda prova importante: lo svezzamento forzato in seguito alla perdita del latte che la madre si procurò con un grosso spavento.

Costei appare, nella biografia di Pirandello, come le altre figure femminili che hanno plasmato il modello della sua anima: malata, ovvero in negativo. Caterina Ricci Gramitto visse, infatti, all'ombra del marito Stefano che oggi non si faticherebbe a giudicare un "gran maschilista". Lo spaccato della sua triste esistenza può esserci offerto dalla posizione della Luna nell'oroscopo del figlio: congiunta a Plutone, in 12ª Casa, e opposta a Saturno in 6ª. È questo un punto fondamentale del tema in esame: il femminile, il sentimento, l'anima, tutti al negativo nel sensibilissimo cancerino. Come vedremo in seguito sua sorella ebbe un periodo di pazzia e pazza fu la moglie Antonietta mentre amari furono due suoi grandi amori: quello platonico, che mai lievitò in senso soddisfacente, per l'attrice Marta Abba e quello per l'amatissima figlia Lietta che gli straziò il cuore quando, sposandosi, lo lasciò per seguire il marito in Argentina.

Riguardo poi al femminile inteso come sentimento vi fu un episodio, nell'infanzia del piccolo Pirandello, che può bene illuminare la sua futura definitiva visione della donna e dell'amore. Un giorno, il piccolo Luigi, spinto da una grande curiosità, giunse furtivamente nella stanza mortuaria dove giaceva, già sulla panca, un cadavere pronto per la sepoltura. Già terrorizzato per la lugubre visione il piccolo trasalì nello scoprire che non era solo nella stanza: nel buio cui andavano abituandosi i suoi occhietti stravolti distinse un uomo e una donna, avvinghiati l'uno all'altra, lei con le sottane alzate, impegnati in un movimento ritmico e non accettabile dal suo giovane spirito. Leonardo Sciascia, commentando l'episodio, dirà: "Sempre in Pirandello l'amore avrà questo sentore di morte. Non l'idea della morte: ma la fisica putrescente presenza della morte. O sarà intorbidato dalla pazzia. O avvelenato dalla incomprensione e dai tradimenti. Non c'è mai nei suoi personaggi un momento di abbandono al cuore e ai sensi. E non c'è mai una donna che, per quanto bella, l'autore non investa, più o meno evidentemente, d'un'ombra di repulsione".

Più tardi, ma non tanto, il nostro vivrà un altro dramma in tema con quanto appena detto. Si tratta di una relazione adulterina che il padre ebbe quando lui aveva quattordici anni con una parente vedova. Luigi, accecato dal disgusto verso il padre e dal dolore che provava verso l'amatissima madre, giunse ad un gesto assai grave: sputò in viso all'amante del padre. Da qui ebbe inizio un raffreddamento progressivo di sentimenti tra lui e il genitore che non li avrebbe fatti mai più riavvicinare.

Da quanto detto finora si può comprendere innanzitutto l'atteggiamento dello scrittore di fronte all'immagine della donna. Notiamo una polarità singolare tra la scabrosità di quasi tutte le sue storie letterarie ed il puritanesimo emergente in ogni manifestazione della sua vita. Riguardo a quest'ultimo basti ricordare l'ostilità che egli aveva per D'Annunzio considerato un libertino (oltre ai motivi di frizioni personali dovuti a questioni di prestigio), e quanto si disgustò al comportamento del Duce, da lui precedentemente ammirato, allorché questi sconvolse la sua sensibilità proponendogli, in merito al suo amore per Marta Abba, di passare dal platonico al consumato "stendendo l'attrice su di un divano".

In questo contrasto vivono gli aspetti astrologici già citati nonché la posizione di Marte, in IV Casa, opposto a Giove: è un riferimento cristallino alla figura del padre Stefano, uomo imponente fisicamente, duro e severo, che aveva combattuto prima con Garibaldi e poi con la mafia del luogo che voleva taglieggiarlo relativamente al suo commercio di zolfo. Fu un uomo duro che non si piegò mai e per questo più d'una volta fu sparato in agguati in cui rimase ferito ed in pericolo di morte.

Questi furono i genitori e l'ambiente da cui Pirandello, sensibilissimo, cominciò ad affacciarsi al mondo traendone le prime tessere di quel grande mosaico di pessimismo che doveva poi costruire, nel corso della sua vita, sull'uomo e sull'esistenza in genere. Altri due gravi episodi nell'infanzia del soggetto furono la malattia mentale della sorella (già citata) e il crollo finanziario del padre. A questo ne sarebbe seguito un altro, in seguito, assai più grave, che alienò tutte le sostanze del suocero di Luigi, affidate appunto a Stefano Pirandello. Da tale grave fatto iniziò la follia della moglie Antonietta. Il problema finanziario fu sempre assillantemente presente nella vita di Pirandello, anche se alternato da periodi di respiro, e ce lo testimonia ancora la Luna che nell'oroscopo in oggetto è signora della 2ª Casa ed assai mal messa in 12ª.

Le difficoltà economiche in cui sovente si venne a trovare non gli furono però sempre ostili, da alcune ne trasse vantaggio come da quelle che costringendolo ad abbandonare temporaneamente la poesia per scritti più redditizi, lo spinsero a scrivere quello che in seguito fu considerato il suo miglior romanzo: "Il fu Mattia Pascal".

Le cronache dei suoi primi vent'anni segnalano ancora una malattia piuttosto seria ed il grande amore per la cugina Lina, amore che andò spegnendosi in modo naturale fino ad annullarsi del tutto.

Nel novembre del 1887 Luigi lascia la Sicilia per andare prima a Roma, poi a Corno e infine a Bonn. Ma è solo l'inizio di un lungo girovagare per il mondo che non avrà mai termine e che sarà intervallato soltanto dalle permanenze più o meno lunghe a Roma nei primi periodi felici del suo matrimonio e in quelli altrettanto belli del tenero affetto per i figli, e in particolare per Lietta. In ciò vediamo sia il lato infantile cancerino che fugge quando non ha l'amore e sia Marte in quarta Casa indicante appunto tutte le sue disavventure domiciliari. Inoltre Marte, che è in IV, è signore della sesta: traslochi per motivi di lavoro. E questi furono senz'altro più numerosi di quelli per motivo di studio.

Il suo soggiorno in Germania, assai positivo per gli studi, fu frustrato dalle cattive condizioni di salute che lo costrinsero a più di un rientro. Anche a questo riguardo è eloquente il tema natale: Saturno mal messo in 6ª. Vi è da dire infatti che il soggetto soffrì molto per la salute durante tutta la vita. In questo periodo, tuttavia, probabilmente si trattò di disturbi psicosomatici (allo stomaco) conseguenti al traumatico trapianto dalla ottocentesca Sicilia all'Europa del nord che, pur essendo assai conservatrice, già viveva alla luce dell'imminente '900 e certamente si trovava a molti anni luce di diversità dal luogo natio.

Seguirono poi gli anni della laurea (in lettere, il 21 marzo 1891), del ritorno in Italia, del suo grande amore per l'arte e per la pittura in particolare (come ne poteva essere distratto con Venere dominante all'Ascendente, in Gemelli, signora della quinta Casa?), del matrimonio con Antonietta Portulano e della nuova grande prova della sua vita.

È il 1903: Nettuno arriva sul Sole alla cuspide del 2° Settore ed Urano passa in VIIª: crollo finanziario del padre che lo sosteneva quasi completamente dal punto di vista economico e grande crisi della moglie, prima paralizzata e poi impazzita.

Gli anni successivi lo videro assai impegnato nel lavoro, che oramai significava anche sostentamento per sé e per i suoi. In questo scorcio di tempo lo vediamo agire su più fronti: quello dell'insegnamento all'università, quello di critico e saggista su vari giornali, di romanziere e novelliere, e infine di autore teatrale. In quest'ultima attività, che fu poi quella più importante, si ritrova ancora l'importantissima dominante Venere, signora del 5° Campo, appunto quello relativo allo spettacolo. Il Giudice ce lo descrive nella sua eterna contraddizione: pieno di passione dentro e freddo fuori, perfino nell'abbigliamento: "vestiva quasi sempre di grigio". Di quegli anni è anche l'assurda gelosia della moglie, ormai in preda alla paranoia, che lo sottopone a continue sofferenze e gli rende insopportabile la vita già messa in pericolo nel 1903 quando Luigi pensò seriamente al suicidio. Le grosse sofferenze e le grosse croci da portare hanno caratterizzato la sua intera esistenza ed egli le ha accettate sempre con spirito di sacrificio, come illustra la congiunzione Luna-Plutone in 12ª. Dice Gaspare Giudice nella biografia citata: "Pirandello ha veramente e da sempre sofferto nell'orgoglio. Da bambino, irrimediabilmente, per colpa del padre. Da uomo fatto, nella speranza frustrata di traguardi sublimi e annidati oltre i limiti dell'attesa. Egli accettava dalla vita il male con accanita, lucida pazienza". Indubbiamente la pazienza gli veniva dai valori Toro (Luna nel segno e Sole in Casa seconda, ad esso cosignificante), ma gli stessi furono anche motivo di ostinazione nel combattere, sostenuti dall'ottimismo di fondo ravvisabile nel forte trigono Sole-Giove e dalla volontà espressa dalla congiunzione Sole-Urano. A questo punto è d'obbligo qualche considerazione. In molti hanno parlato del nichilismo di Pirandello, della sua perenne visione dell'uomo schiacciato dal destino, condizionato dalla sorte ad essere personaggio e non persona, ovvero ruolo e non attore, ma se questo senso dell'annientamento ha caratterizzato tanto il suo pensiero, e con la vita che ha vissuto non poteva essere altrimenti, è pur vero che egli è stato un grande ottimista se ha trovato la forza di ribellarsi al "fato" e di ricominciare daccapo dopo ogni rovescio. Questo punto, che è chiaro nel tema, non ci sembra sia stato mai messo in evidenza dai biografi. Infatti, pur avendo una visione generale del mondo in chiave pessimista (Luna opposta a Saturno), il forte trigono Sole-Giove lo rendeva ottimista nei fatti.

Con l'inizio della guerra iniziano anche le molte prove legate ai figli. Stefano, il primogenito, parte volontario nel luglio 1915. Nel novembre successivo, nel corso di un'azione eroica, fu ferito al petto e fatto prigioniero. Successivamente fu deportato in Austria dove fu internato, tra molte sofferenze, fino al termine del conflitto mondiale. Anche il fratello Fausto, già in armi, ne passò di brutte ed entrambi si ammalarono di tubercolosi. È sorprendente notare come anche in questi particolari si è espressa, in maniera addirittura sfrontata, la dominante più volte citata che, essendo dispositrice della 5ª Casa, spiega l'amore incondizionato che lo scrittore ebbe per i figli. A cavallo di questo periodo troviamo la morte di sua madre, un tentativo di suicidio della figlia in seguito all'accusa infamante della moglie ormai folle di rapporto incestuoso con il genitore, il ritorno di Fausto dalla prigione e l'internamento definitivo di Antonietta Pirandello in casa di cura dove rimarrà fino alla morte. Il 16 luglio 1921 la figlia Lietta si sposa e sette mesi dopo parte per l'Argentina dando il colpo di grazia al soggetto ormai travolto dagli avvenimenti drammatici che però furono la fucina in cui si temprò il nuovo artista che era in lui e che espose nelle originalissime (per quell'inizio di secolo) opere teatrali di cui Sei personaggi in cerca d'autore è l'emblema più rappresentativo.

Il 1923 fu l'anno del suo maggior successo che doveva guadagnargli, dieci anni dopo, il premio Nobel per la letteratura.

In quegli anni ci fu anche il Fascismo e Pirandello lo sposò, per poi rifiutarlo come aveva già fatto in passato con gli altri movimenti politici a cui si era andato accostando. Quello che probabilmente lo aveva colpito del sorgente movimento totalitario era il radicalismo che esso rappresentava e che ben legava con i valori uraniani del poeta che aveva il Sole congiunto ad Urano alla nascita. I valori Cancro, di contro, illuminano esaurientemente l'incostanza delle sue idee politiche. Così fu anche nei rapporti con gli altri grandi del suo tempo, nel mondo della letteratura, con cui ebbe continue rotture e manifestazioni di ostilità (Saturno mal messo in 6ª).

L'ultima stagione della sua vita il grande figlio di Girgenti la trascorre in volontario esilio, dopo le innumerevoli manifestazioni di ostilità subite in patria (congiunzione in 12ª Casa), soprattutto in Germania e Francia, sempre più nomade, affranto e moralmente invecchiato. Così scriveva alla figlia nel 1931: "..., Tuo padre, Lietta, i pochi giorni che ancora gli avanzano, bisogna che li passi così solo, senza più casa né fissa dimora in alcun luogo; oltre che un bisogno del suo spirito ormai irreconciliabile con ogni abitudine della vita, questa è una necessità, poiché il destino avverso gli ha concitato contro così i nemici del suo talento e del suo valore, che ormai non c'è più posto per lui in patria. La vita, e non più per sé, bisogna che se la guadagni fuori, qua e là. Spero di morire in piedi, per non andare a finire in un ospedale o di Francia o d'America. Ma non me ne curo. Penso per ora a lavorare, e lavorerò finché posso. La morte non mi fa paura, perché vi sono da gran tempo preparato, come a tutte le cose della vita. È un'amarissima serenità conquistata a prezzo d'aver tutto accettato. E non vedo più, neanche nella morte, una liberazione ... ".

La morte giunse il 10 dicembre 1936. Per sua volontà fu spogliato di tutti gli abiti e ricoperto soltanto da un lenzuolo bianco. Fu quindi cremato senz'alcun funerale. Nessuno ebbe però il coraggio di eseguire fino in fondo la sua volontà testamentaria e le sue ceneri invece di venire disperse al vento com'egli aveva chiesto, furono custodite in una roccia-monumento che sorse anni dopo ad Agrigento, presso la casa natale.

L'austerità della sua morte ci è espressa, in linguaggio astrologico, dall'8ª Casa radicale in Capricorno e Saturno che la governa c'informa anche sul lato impopolare ch'ella ebbe (opposizione alla Luna) dato che nessuno poté seguire il suo feretro. Interessanti gli oroscopi di Rivoluzione solare del soggetto per gli anni 1915, 1918 e 1922 relativi ai periodi che videro l'imprigionamento del figlio e l'internamento della moglie ed il successo internazionale. Sono tre periodi particolarmente significativi della sua vita che possono essere meglio letti astrologicamente oltre che con i transiti appunto con le Rivoluzioni solari. Relativamente al 1915 notiamo tre transiti rilevanti: Plutone nell'orbita di congiunzione al Sole, Nettuno in quella di congiunzione a Mercurio ed Urano in perfetta quadratura alla Luna.

La Rivoluzione solare presenta uno stellium in Casa settima che è per l'appunto quella della guerra, e dei nemici dichiarati e Marte in sesta. L'As di Rivoluzione cade in 6ª radicale, vicino al Discendente, e ciò da una parte rinforza i significati della VIIª di Rivoluzione e dall'altra può indicare che la salute del soggetto accusò sensibilmente il colpo del ferimento e dell'imprigionamento del figlio (ma comunque ci parla di un anno nero).

La separazione dalla moglie è scandita dal passaggio contemporaneo di Saturno al Fondo del Cielo e di Urano all'MC. Anche la Rivoluzione solare è assai eloquente al riguardo: stellium in Casa Xª e As che cade nella 5ª radicale (il ritorno del figlio dall'Austria). Inoltre troviamo Marte in prima.

In ultimo il successo rappresentato da Giove che dà trigono al Sole dalla 6ª Casa. Nella Rivoluzione solare troviamo Sole, Mercurio e Plutone in Xª.

Ciro Discepolo

Tratto dal libro Da Costanzo a Nilde Jotti, edizioni Ricerca '90, 1992

 



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