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Ciro Discepolo | Articoli | La musica delle sfere

 

La musica delle sfere
di Lisa Morpurgo


Tamerlano era convinto di poter conquistare zone sempre più vaste del mondo finché fosse protetto dalla sua buona stella. Machiavellli seguì i consigli del suo astrologo personale durante l'assedio di Pisa. Nessuno se ne stupiva, ai tempi, mentre le frenetiche consultazioni astrologiche di Hitler furono conferma della sua follia, e quelle della signora Reagan, il cui esito veniva poi riferito al marito, suscitarono l'unanime ilarità dei mass - media.

Nessun giornale quotidiano o periodico (salvo l'Osservatore Romano), nessuna rete televisiva può ormai permettersi di doppiare la notte di San Silvestro senza le previsioni 'segno per segno', ma il professionista convocato riceve le opportune istruzioni per l'uso, e se non vi si adegua, le sue parole vengono manipolate o censurate da redazioni implacabili. E poiché 'il bello della diretta' televisiva presenta dei rischi, nel corso degli ultimi anni lo spettatore attento ha visto sparire dagli schermi astrologi seri, ancorché malleabili, sostituiti da melliflui distributori di speranze totalitarie.

L'anno che inizia sarà stupendo per tutti, anche per chi è soffocato da Saturno, bersagliato da Giove, massacrato da Urano. basta non dirlo, e variare leggermente la descrizione dei dettagli per le meraviglie che ci attendono nel campo dell'amore, salute e denaro. Il gioco è fatto. Agli occhi dei giornalisti, il cui livello di cultura e intelligenza sta toccando oggi i livelli più bassi, l'astrologia è una pastiglietta che si ingoia a intervalli più o meno regolari per riacquistare il buon umore.

Purtroppo gli astrologi praticanti, sebbene indignati da questo stato di cose, spesso finiscono col favorirlo inconsciamente, perché via via si adeguano ai canoni di un'astrologia melassa che sempre più cede alle richieste del consultante, anziché precederle, con un equa distribuzione di timori e di speranze oggigiorno sorrette dai marchingegni tecnici. Non dubito che ciò frutti la popolarità e un notevole afflusso di denaro, ma il problema è un altro.

Il dio intelligentissimo e ironico che lanciò tra noi lo Zodiaco ne affidò la sopravvivenza a un'illusione ossessiva: quella di voler conoscere il proprio futuro. Una trappola per topi che continuano a girare in tondo, o a fare altri esercizi, con grande divertimento dello scienziato che li osserva. Ma lo scienziato sapeva che un giorno o l'altro un topo si sarebbe accorto di come andavano veramente le cose, e mi sembra giunto il momento di dirlo.

Il futuro è già dentro di noi, perché vi è stato impiantato geneticamente da quel grande e sottilmente variabile DNA costituito dal sistema planetario. L'Urano che presiede alla formazione delle mani nel feto imprime già nei centri cerebrali corrispondenti gli ordini necessari affinché il neonato e poi l'adulto faccia di queste mani un certo uso, consideri il lavoro in un certo modo, sappia o non sappia prendere delle decisioni. Quando parliamo di un Urano leso nel tema natale, ci riagganciamo senza saperlo a un momento della vita intrauterina, dove è stato inciso un messaggio.

Affinché questo messaggio sia indelebile, ma non chiaramente identificabile il codice genetico affida a dei simboli semplici in apparenza, ma densi di significati. A questi simboli noi obbediamo ciecamente con uno scatto condizionato, pur interpretando la nostra obbedienza come una libera scelta. Il sistema, come possiamo constatare, funziona benissimo, perché il singolo si sente arbitro del proprio destino, mentre ne è semplicemente l'autore telecomandato.

Nel corso della mia lunga esperienza sia astrologica sia umana, ho constatato con immenso stupore che moltissime persone rifiutano di essere felici, si costruiscono attorno difficoltà, ostacoli, inimicizie che potrebbero evitare facilmente, ma dalle quali si sentono irresistibilmente attratti. E alle eventuali obiezioni rispondono "perché io sono fatto così", confermando, senza saperlo, una assoluta verità zodiacale: noi viviamo come viviamo perché siamo fatti in un certo modo. È ovvio che questo modo è soggetto a variazioni, evoluzioni, miglioramenti e peggioramenti, ma tutti inscritti nella particolare struttura degli aspetti natali e nella natura dei transiti che vi passeranno sopra.

Interpretare correttamente un tema natale, e dialogare correttamente con un consultante, significa risalire al valore e al significato dei simboli primordiali incisi nel messaggio genetico, e analizzare in che modo si manifestino nel vissuto del singolo. Operazione che non sveleremo certo al consultante, pur allettandolo e incuriosendolo con l'analisi di certi suoi gusti o manie, ma da cui ricaveremo conferme di valore inestimabile sulla bontà dell'astrologia.

Il libro che sto ora scrivendo, "Dizionario di astrologia interpretativa" parte da tali concetti. Per eccezionale concessione all'amico Ciro, gli offro la pubblicazione esemplificativa di due voci.

STRADA =

la strada, come via di comunicazione, è legata alle case terza e nona, e per cosignificanza ai Gemelli e al Sagittario. All'origine, si aggancia alle capacità e/o possibilità di muoversi nel vicino e nel lontano, allargando l'orizzonte e mentale dell'Io. Però i modi di dire, sempre rivelatori, mettono in evidenza un'altra analogia. Le espressioni 'uno che si è fatto strada, che si è perso per strada, che ha trovato (o non ha trovato) la sua strada', stabiliscono l'equivalenza strada-carriera, la capacità e la possibilità di avanzare nella vita e anche il modo in cui si considera il proprio lavoro. Dobbiamo dedurne che nel profondo l'autonomia di spostamento e la fiducia in se stessi sono strettamente legate.

Nel colloquio con il consultante è opportuno inserire alcuni dei modi di dire su elencati ("Lei come pensa di farsi strada? È soddisfatto della strada finora percorsa?") per stabilire se la sua visione della vita è impostata su una progressione dinamica che anela a un futuro in perenne costruzione, raggiungibile o no.

Si ricordi tuttavia che il simbolo della strada - salvo dure lesioni terza nona e/o Gemelli Sagittario nel tema natale - si presenta solo in determinate circostanze nella vita di un soggetto, ossia in occasione di scelte familiari o professionali, o nel corso di crisi di insofferenza per la routine quotidiana. In tali periodi di solito ricorrono i segni dove appare una strada, e farseli raccontare dal soggetto può essere utilissimo per l'interpretazione. Posso citarne alcuni: il signor M sogna di percorrere una strada di montagna con molte curve, in salita, ma la salita è dolce e non faticosa. Giunto al termine dell'ascesa non si trova su una vetta, ma su un altopiano dove può continuare a camminare speditamene e comodamente. La signora R fa un sogno analogo, una strada alpestre che si snoda verso l'alto, ma la cosa essenziale per questa signora è vedere, ad ogni tornante, una città noiosa e insopportabile, giù nella valle, che si allontana sempre di più.

Entrambi i sogni sono legati al lavoro, alla professione. Il signor M pensa di dover fare ancora alcuni sforzi (d'altronde tollerabilissimi) per raggiungere una piattaforma di sicurezza, con dei clienti abbienti che gli pagheranno buone parcelle. La signora R pensa invece di conquistarsi un suo spazio, una sua libertà di movimento per allontanarsi da un pesante lavoro d'ufficio statale.

Nei sogni la strada si percorre a piedi, ma a volte si presentano fugacemente, nel retroscena del sogno, o al termine del sogno stesso, un mezzo di trasporto che oggigiorno è l'automobile e un tempo fu probabilmente la carrozza o il cavallo.

La signora G sogna di trovarsi all'imbrunire sul ciglio di una strada e sa di non avere la forza di raggiungere camminando il villaggio dove deve recarsi. Decide di chiamare un tassì ma prima deve affannarsi per trovare un telefono (altro simbolo della casa terza) e quando infine lo trova si accorge di non avere gli spiccioli o i gettoni necessari. Alla fine riesce nel suo intento e il sogno si chiude con una sensazione di sollievo, ma prima ancora che il tassì appaia. Il sogno, sempre lo stesso con piccole varianti, si è presentato con frequenza quasi settimanale in un periodo in cui la signora G doveva prendere da sola decisioni importantissime per la sua vita futura e sperava, invano, che qualche parente la aiutasse. Il tassì rappresentava questo aiuto esterno che le avrebbe permesso di raggiungere una soluzione (il villaggio) senza dover contare sulle sue sole forze.

Un mezzo di trasporto appare anche in un sogno della signorina A, ma in tutt'altro contesto. La signorina A non guida l'automobile e non ha la patente, ma mentre sta percorrendo il viale periferico di una città le si presenta un autobus vuoto. Lei sale, si mette al volante e trionfalmente riesce a mettere in moto quel bestione. Questo è certamente un sogno di ambizione, la signorina A vuole elevarsi ben al di sopra del viale periferico, con dei mezzi eccezionali, diciamo pure sensazionali. Un'automobile non le sarebbe sufficiente, le occorre un autobus e sa di poterlo controllare.

Quando si presentano situazioni simili i transiti in casa nona si verificano quasi sempre e l'astrologo deve analizzarli durante il colloquio tenendo ovviamente conto del tessuto complessivo del tema natale. Le quattro persone qui citate sono senza dubbio equilibrate, si sentono stimolate a fare qualcosa di nuovo, di diverso (come vogliono il Sagittario e la nona) e per tre di loro i riflessi del transito rimbalzano sulla casa sesta, ossia su condizioni di lavoro che vogliono migliorare o modificare, ma il loro pensiero rimane sostanzialmente positivo. I rischi di nevrosi, almeno per quanto riguarda questo lato attivo della loro personalità, sono minimi o inesistenti.

Nei sogni della signora G affiora invece una sottile angoscia, o almeno un temporaneo affanno. La signora è sola sul ciglio di una strada, dubita delle proprie forze e ha bisogno di un aiuto che non si presenta spontaneamente. Deve andarselo a cercare con una certa difficoltà. I riflessi del transito rimbalzano dunque sulla casa dodicesima nella sua simbologia di solitudine, di isolamento. La signora G pensa che presto o tardi l'aiuto arriverà, perché il sogno si chiude con l'attesa fiduciosa del taxi. Ma il suo inconscio non ne è altrettanto sicuro, dal momento che il sogno continua a ripresentarsi.

L'astrologo in possesso di questi elementi può approfondire l'analisi nel modo seguente: quando le sollecitazioni coinvolgono la casa sesta orienterà la sua indagine sulla posizione natale di Urano come attività lavorativa, di Saturno come costanza e determinazione e della casa sesta come accettazione o rifiuto della routine. In seconda battuta terrà conto anche della posizione di Plutone come suggeritore di ambizioni e di altri elementi più complessi (Luna, Cancro, casa quarta) che possono indurre alla pigrizia, o a una grande importanza data alla vita comoda. I tre personaggi citati sono fondamentalmente fiduciosi nella bontà della strada imboccata, e lo si deduce dalla serenità dei loro sogni, e la fiducia è un'ottima base per il successo, purché non sia eccessiva o mal riposta.

Da questo punto di vista la signorina AM è il soggetto più a rischio in quanto la conclusione trionfale del suo sogno (la guida di un autobus) ha in sé qualcosa di stravagante. Inoltre c'è un elemento rivelatorio: la signorina AM guida l'autobus senza patente ossia si rende inconsciamente conto che vuole raggiungere una posizione eminente senza avere la preparazione necessaria. L'analisi del tema ci dirà se la sua forza di volontà sarà una forza vincente, o se tutto si limiterà a manifestazioni di velleitaria arroganza. Se questa seconda ipotesi risultasse la più attendibile, l'astrologo dovrà muoversi con estrema cautela, senza tracciare quadri funesti per il futuro, ma limitandosi a consigli di prudenza.

La strada è poi legata a degli incubi, che la legano ai modi di dire 'ha perso la sua strada, strada bloccata, strada senza uscita'. La signorina O, calzando stivali di gomma, percorre la via in salita di un villaggio, una via ricoperta di fango dove i suoi stivali spesso scivolano facendola ridiscendere di qualche metro. Quando finalmente raggiunge la cima vede nella vetrina di un gioielliere una collana di sua madre che le piace molto e che sa di non poter comprare.

La signora S sogna di correre completamente nuda, su una strada solitaria che porta a un ponte; e qui il sogno, per così dire, si biforca, perché il ponte (vedi) è qualcosa che si desidera varcare per raggiungere l'altra riva, ossia per inserirsi in un'impostazione diversa della propria vita, ma la signora S vede al di là del ponte, su una collina in lontananza, una casa che le appare terrificante, sa che se ci arrivasse le capiterebbe qualcosa di orribile.

Il sogno angoscioso della signorina O è chiaramente connesso a problemi con una madre dotata di qualcosa (la bella collana) che lei non riuscirà ad avere. Il sogno della signora S è un vero e proprio incubo, molto più complesso. La psicanalisi può dare molte interpretazioni, validissime, al fatto che la signora sia nuda, ma le accantono tutte poiché sto considerando 'la strada' nella sua simbologia di attività, di carriera e di sicurezza nel proprio modo di agire. In tal contesto, la nudità corrisponde a un sentirsi sprovveduta, spogliata ed esposta al rischio di un severo giudizio degli altri semmai qualcuno apparisse in quel luogo deserto. Contrariamente alla signorina AM, guidatrice di autobus, la signora O si sente priva di mezzi per raggiungere la meta, e peggio ancora, è convinta che varcando il ponte invece di raggiungere la libertà di una vita diversa si troverà immersa nell'orrore.

Per la cronaca, dirò che queste due donne sono molto, forse eccessivamente attive, ma nella loro superattività c'è forse un sottofondo angoscioso. L'incubo infatti, contrariamente al sogno che tende ad essere occasionale, legato ai transiti e dunque a particolari situazioni, indica una lesione psico-genetica permanente. Che può senz'altro essere superata, riorganizzata in un contesto di vita normalissimo, ma giace latente come un serpente nell'erba, pronto allo scatto in occasione di determinati transiti.

Psicologi, psicanalisti e psicoterapeuti hanno raccolto ormai un'ampia casistica sulla 'paura della strada' che si manifesta in molti pazienti in fase depressiva. Costoro iniziano col provare avversione o riluttanza a guidare la macchina (naturalmente se la guidano abitualmente), e anche se viaggiano su un'auto pilotata da un altro si sentono attanagliati dall'angoscia, avanzano richieste sempre più pressanti sui limiti di velocità, sui sorpassi, finché arrivano al rifiuto supremo: non vogliono assolutamente che la vettura imbocchi un tunnel o una galleria. Se la depressione peggiora, stentano a uscire di casa, se non per spostarsi nelle immediate adiacenze.

Segnalo che il sogno, frequente in molte persone, di correre (vedi) senza riuscire a muoversi è molto più innocente, rivela quasi sempre la stizza e l'impazienza dei ragazzi smaniosi di liberarsi dai limiti posti all'adolescenza, e si manifesta generalmente negli adulti immaturi, o in una fase temporaneamente regressiva che li fa rimpiangere la giovinezza. Quando invece appare la strada vera e propria, sia nei sogni, sia nella realtà di una nevrosi, siamo in presenza di qualcosa di molto più profondo, un messaggio bio-genetico che ha assunto fin dall'origine una configurazione ben precisa: la strada, appunto. Chi corre senza spostarsi dubita delle proprie forze e in fondo se la prende solo con se stesso. Chi invece ha paura della strada ha stabilito un pessimo rapporto con il mondo esterno, si sente bloccato, soffocato dal circostante che lo spinge verso il 'buco nero' del tunnel e della galleria, pronti a ingoiarlo senza scampo (e un lontanissimo aggancio con i veri e propri buchi neri dell'universo non è escluso).

Psicologi e psicanalisti, ovviamente, tengono conto solo dei fenomeni apparenti, eppur avendoli ormai catalogati come sintomi di una depressione in atto non credo si spingano più in là di una traduzione plausibile: il soggetto si sente bloccato, paralizzato, incapace di affrontare gli eventi. Ma perché in tali casi appaia una strada anziché un muro, un ostacolo, una sbarra di prigione, non riusciamo a spiegarlo nemmeno noi. Possiamo solo confermare che si tratta di un messaggio bio-genetico diretto, sia pur abilmente mascherato. Il fatto che sia legato all'asse Sagittario Gemelli è confermato dalla sensazione di soffocare che spesso li accompagna.

TAPPETO=

Il desiderio di acquistare tappeti, il buon gusto manifestato in tali acquisti, il colpo d'occhio quasi innato, e poi acculturato, nell'identificare i pezzi più pregevoli, sono legati alla presenza del Sole o di pianeti ben stimolati in Aquario.

Questa conclusione nasce da un'ampia raccolta di dati sperimentali e sembra sfuggire a un ragionamento deduttivo operato sulle caratteristiche dell'Aquario. Bisogna dunque partire da tali dati per impostare un ragionamento induttivo.

I tappeti sono prevalentemente di origine asiatica, anzi, trascurando la produzione balcanica e nordafricana, possiamo dire che i tappeti più belli vengono tutti dall'Asia. Per ragioni di trasporto, e a volte anche di gusto, i manufatti del vicino e medio Oriente sono molto più diffusi in Europa (e nel mondo occidentale in genere) dei manufatti cinesi.

Ora, dobbiamo notare due cose: in primo luogo, l'Aquario è certamente un segno 'esotizzante' con una forte attrazione per l'Oriente. Sono noti i suoi interessi per il buddhismo o l'induismo o il confucianesimo, o più semplicemente per la ginnastica yoga, anche se nella maggioranza dei casi ciò non impedisce ai soggetti di vivere 'all'occidentale' limitandosi a leggere libri sulle culture asiatiche e a fare un viaggio in India (o paesi limitrofi) appena possibile.

In secondo luogo, l'Aquario ama gli ornamenti (vedi) pur scostandosi dalla sontuosità cara all'opposto Leone. Il tappeto è l'ornamento principe di quella casa mobile, aperta a tutte le libertà di spostamento, che è la tenda nel deserto, o in altro luogo impervio. E ancora: anche in una dimora 'fissa' e civilizzata, il tappeto è l'arredo più facilmente trasportabile, non richiede nemmeno un imballaggio o un contenitore. Lo si arrotola, lo si butta su una spalla e via. Allegoricamente, ricorda quei coniugi, tipicamente Aquari, che sanno sparire all'improvviso portando con sé solo una valigetta, e a volte nemmeno quella.

Si potrebbe dunque rintracciare nel tappeto un ricordo di quel nomadismo che è caratteristico dello Scorpione, e Plutone, presente nell'Aquario per trasparenza, sarebbe all'origine di tale collegamento. Non escludo del tutto l'ipotesi, ma rimangono due obiezioni: la prima è che lo Scorpione può manifestare per i tappeti un interesse generico, come qualsiasi altro segno, ma senza avvertire quel particolarissimo scatto quasi passionale tipico dell'Aquario. La seconda è che l'Aquario non è affatto nomade per quanto riguarda la propria casa. La sua insofferenza della stabilità vincolante riguarda i legami umani e non i legami rappresentati materialmente dalle mura domestiche. Il rapporto del tappeto col segno deve essere senza dubbio dettato da un condizionamento profondo e molto particolare, che tenteremo di identificare attraverso i sogni e l'immaginario.

Prima di tutto ricordiamo 'il tappeto volante', codificato da una fiaba, ma indubbiamente suggerito all'autore della fiaba stessa da condizionamenti genetici e onirici. È un sogno di magia, e dunque nasce dal desiderio di vincere le leggi della natura con poteri sovrannaturali. Corrisponde bene al lato contestatario dell'Aquario, alla sua anticonvenzionalità. Ma c'è forse qualcosa di più. La simbologia del volo appartiene all'opposto segno del leone, che spesso sogna di librarsi nello spazio con le sue sole forze, senza l'aiuto di alcun mezzo meccanico e al massimo agitando le braccia. In secondo luogo, il tappeto steso davanti ai piedi delle persone importanti è un segno di omaggio all'autorità. Ecco dunque che 'volando su un tappeto' l'Aquario riesce a impossessarsi di una prerogativa leonina portando via con sé, nell'aria, un oggetto che fa parte dell'armamentario simbolico del potere.

Qui l'associazione di idee comincia a prendere contorni ben definiti e convincenti, e il tappeto diventa uno dei simboli del vero ribaltamento delle convenzioni zodiacal-patriarcali che il lato migliore dell'Aquario ha in sé. Una rivoluzione morbida, come morbido è il tappeto, e costruita soprattutto su una ironica presa di distanza dai pregiudizi correnti. Sognare un tappeto che vola non ha necessariamente delle connotazioni ideologiche e politiche, specie se l'Aquario è per esempio occupato da Mercurio e da Venere ma non dal Sole che si trova nei segni limitrofi, e specialmente nel Capricorno conservatore. Rimarrà allora nel soggetto un desiderio di evasione, più che di libertà, che tenderà a concentrarsi sulle simbologie 'esotiche' del tappeto, di cui abbiamo già parlato. Ci sono persone estremamente convenzionali cui la presenza di un paio di pianeti in Aquario impone ogni anno un viaggio in Oriente o la lettura di libri esoterici. È il loro modo per pagare un tributo alla contestazione della normalità.

Non tutti i tappeti volano. Nei sogni, nell'immaginario ed anche nelle espressioni colloquiali rimangono, come nella realtà, ornamento della casa o omaggio al potere. Il tappeto rosso che viene srotolato davanti alla scaletta di un aereo (un tempo di un treno o di una carrozza) all'arrivo di una personalità importante è teoricamente simbolo di omaggio, in pratica gesto di sottomissione. Ricorda la nuca del vinto schiacciata dal piede del vincitore. In questo nuovo contesto l'Aquario esce di scena e subentrano, a seconda dei casi, la Vergine disposta a umiliarsi per rispetto dell'ordine gerarchico o il Leone pronto a imbrigliare, con l'allettamento del fasto, ogni velleità di ribellione dell'Aquario.

Infine, oltre a collegarsi al lusso, il tappeto è soffice e rende piacevole (per molti se non per tutti) il camminarci sopra. Sognarlo, o vagheggiarlo, diventa allora sinonimo di un desiderio di vita facile e comoda, in effetti consentita, anche nella realtà, dal lusso che implica buoni mezzi economici.

La distinzione tra queste simbologie è molto sottile e l'astrologo deve destreggiarsi per capire in quale direzione si orientino certi lati caratteriali del soggetto.

Il tappeto volante è senza dubbio simbolo di un'evasione che conquista la libertà sovvertendo le leggi della fisica, e quindi della concreta normalità. Bisogna accertare, grazie a opportune domande, se tale aspirazione è puramente velleitaria e immaginata con la fantasia, oppure se riesce a realizzarsi almeno sporadicamente quando le circostanze le siano favorevoli, o infine se il desiderio di realizzarla si manifesta in tentativi abortiti.

Nel primo caso va esaminata attentamente la posizione di Nettuno, specie se in buoni rapporti con la Luna, e contemporaneamente una posizione debole di Urano e dei pianeti attivi in genere, che induce il soggetto a sognare, a occhi chiusi o aperti, delle trasgressioni abbandonate unicamente alla fantasia.

Nel secondo caso va esaminata la posizione di Urano, specie se in buoni rapporti con Nettuno o stimolata da segni non conformisti, il che dà al soggetto la possibilità di assumere attivamente (con maggiore o minore intensità a seconda della conformazione del tema) un atteggiamento contestatario o per lo meno una insofferenza delle convenzioni.

Nel terzo caso troviamo spesso buoni rapporti Urano-Luna ma un Nettuno debole, il che, pur conservando intatta la lucidità delle idee, toglie al soggetto la possibilità di dare alle sue iniziative una carica ideologica vincente.

Il tappeto che si srotola davanti ai piedi rivela senza dubbio un desiderio di potere, o meglio di riconoscimento di potere grazie a un atto di omaggio, ed è appunto caratteristico dell'Aquario, che con il Potere ha rapporti difficili e a volte ironici, e dunque non sogna troni, scettri o corone. Il soggetto che si ritrovi questo tipo di tappeto nel suo immaginario può avere delle opposizioni che si giocano tra Leone e Aquario, oppure un Aquario parzialmente leso in casa decima. Nel corso del colloquio, scopriremo spesso una forte vanità frustrata che ha bisogno di rassicurazioni frivole. In certi casi, il soggetto sogna di calpestare con compiacimento questo tappeto, ed è allora probabile che le frustrazioni si siano trasformate in rancori verso il prossimo non abbastanza ossequioso. È importante rivelare nel tema l'importanza di valori marziani.

Per concludere, il tappeto è un oggetto che impedisce di toccare la terra con i piedi, e dunque non è particolarmente amato quando l'Aquario è vuoto e il tema natale nel suo complesso esprime realismo e concretezza. Perciò non è il Leone a ignorare i tappeti, perché può sempre associarli con il lusso, bensì il Toro, di cui è nota l'avversione anche per la banale moquette, e che predilige pavimenti di legno o di cotto.

Si può obiettare che la concretezza è caratteristica di tutti i segni di Terra. Ma il Capricorno associa il tappeto con gli omaggi dovuti alla sua persona, e inoltre ha buone probabilità di avere almeno un pianeta rapido in Aquario, e la Vergine associa il tappeto con il rispetto un po' masochistico dell'ordine gerarchico.

Lisa Morpurgo