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Spazio André Barbault
Un omaggio di Ricerca ’90 ad André Barbault

 


Caro André

era tanto che desideravo scriverti questa lettera e quale migliore occasione, dunque, se non questa dei festeggiamenti dei tuoi Ottant'anni ? Qualche giorno fa parlavo con Enzo Barillà di tale numero speciale di Ricerca '90 dedicato a te e gli spiegavo che, per evitare il rischio che venisse fuori una monografia troppo celebrativa nei tuoi confronti, avevo chiesto dei pezzi anche a colleghi di scuole differenti, per esempio ad alcuni morpurghiani che stimo molto. “Caro Ciro – mi ha risposto l'ottimo Enzo – ti avverto, però, che il mio sarà certamente un intervento assolutamente agiografico!”. “Caro Enzo – gli ho risposto io – e come credi che sarà il mio?”.
Nessun complesso di sorta ci impedisce di riconoscere le nostre comune radici e di celebrarle con tutto la dovuta enfasi.

Dunque, caro André, avevo da dirti alcune cose importanti e te le dico adesso.
Quando io, quasi trentadue anni fa, mi tuffai con grande passione nell'Arte di Urania, tu fosti, da subito, un faro sulla mia strada. Se oggi, facendo un parziale (mi auguro) bilancio della mia vita devo constatare che la più parte della stessa, quella più significativa, è stata fortemente influenzata dalla tua opera e dal tuo modello, come uomo prim'ancora che come astrologo, ciò rappresenta un punto imprescindibile nell'analisi della mia vita di astrologo.

Si dice sempre che con i se e con i ma non si scrive la storia: forse è vero, ma è altrettanto vero che tutto sarebbe stato abissalmente differente se io non avessi incontrato il tuo modello sulla mia strada. Mi considero un uomo parecchio pratico e posso affermare, dunque, senza il timore di esser smentito, che avrei anche potuto rinunciare a questa strada se non avessi riconosciuto, davanti a me, un modello concreto da imitare, un indirizzo preciso da seguire. Capii da subito che l'astrologia non era “… quell'oscuro fango dell'occultismo” di cui parlava Sigmund Freud nei suoi libri. Ma capii anche, e subito, che l'astrologia, almeno per me, non poteva essere quello strano miscuglio di spiritualismo, umanesimo, filosofia new-age, esoterismo e tante altre cose di cui leggevo soprattutto in molti autori anglo-americani.
L'astrologia non era e non è per me, soltanto tecnica e matematica, ma non è neanche quel frullato di tutto e del contrario di tutto con cui tanti desiderano alimentarsi (1).
Io mi avvicinavo all'astrologia mentre Urano transitava sul mio Nettuno natale e, negli stessi mesi, scoprivo la medicina omeopatica, l'agopuntura, lo yoga, l'astrologia e soprattutto la psicologia junghiana. Ma tutto ciò non annullava, in me, quella parte di “radiotecnico” che pur credeva nella possibilità di un aiuto all'astrologia che ci sarebbe potuto giungere dalla ricerca orientata in senso scientifico e statistico.

Fu questo il primo grande motivo per il quale io sposai subito la tua scuola. Lessi, avidamente, i tuoi testi e in essi vi trovai immediatamente la sintesi di queste mie due anime: un astrologo colto, coltissimo, di chiara provenienza psicologica mitologica e psicoanalitica, ma attento, attentissimo, agli studi dei Gauquelin e di chiunque altro avesse da portare prove a favore o contro la nostra disciplina. Nessun altro autore (e nei primi anni lessi tantissimo, anche dodici ore al giorno) mi offriva un termine di confronto simile: trovavo tanti autori che parlavano quasi esclusivamente in termini di crescita spirituale, con una lettura esclusivamente simbolica di transiti, direzioni, rivoluzioni e altro, e che aborrivano semplicemente ogni possibile verifica di tipo matematico e statistico. Oppure, al contrario, mi imbattevo in studiosi che mettevano la verifica statistica davanti a tutto e che, per esprimersi alla Margherita Hack, combattevano tutti coloro i quali, secondo loro, “si perdevano nei meandri pisciosi della psicologia”.
Ciò, come ricordavo, rappresentò la prima Grande Muraglia che mi fece avvicinare strettamente a te e allontanarmi – senza possibilità di ritorno – dagli altri. Ma non sarebbe stato sufficiente.

Allora lavoravo al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed ero il responsabile del laboratorio misure elettroniche dell'Istituto Motori di Napoli. Mi chiedevo: potrei cambiare questa mia identità con quella di un astrologo? Tu mi offristi subito molte risposte. Chi è un astrologo? E, soprattutto, chi è un astrologo oggi ? Come si presenta al mondo? Come viene visto dalla gente comune? Mi domandavo: se un astrologo venisse studiato con grandi lenti d'ingrandimento e con un forte senso critico da parte di attenti sociologi, per esempio, cosa si scoprirebbe di lui sotto l'abito di lana che lo ricopre? Tu, caro André, come dicevo, mi regalasti immediatamente tanti riscontri. Conoscendoti personalmente, prima per corrispondenza e poi nel '75 al nostro primo congresso assieme (da relatori), io compresi – intanto – cosa certamente non era un astrologo. Tu m'insegnavi, da subito: non fare oroscopi segnosolari, non farti pubblicità per raccogliere consultanti, non svendere il tuo sapere, non… (2) I tuoi dieci e passa comandamenti non sono elencati da nessuna parte, ma sono chiaramente inscritti nel tuo DNA di astrologo: hanno accompagnato tutta la tua vita di studioso e di professionista e tutti sanno che non hai scheletri nell'armadio…

Ma tu, caro Maestro, mi hai insegnato ancora tantissime cose. Leggevo sui vari manuali di astrologia (3), mettiamo di un Saturno in decima Casa natale: “… tale posizione vi permette di crescere sul piano del cammino spirituale e di fare continui bilanci della vostra vita per comprendere se dovrete ancora staccarvi maggiormente dai beni materiali…”. Poi leggevo nel tuo Trattato pratico di astrologia : “Fatta eccezione per un'esistenza ritirata, con mire impersonali, è la più sfortunata delle posizioni per quanto riguarda la riuscita sociale. Tende a mobilitare l'avidità dell'astro verso l'ambizione per il potere e la passione per la carriera. Può dunque elevare socialmente e, se armonico, assicurare una progressione professionale lenta e sicura fino a un punto di responsabilità, raggiunto con pazienza, prudenza e fatica. Ma l'ascensione è seguita da prove, rovesci, infortuni quando è stata rapida, non meritata, acquisita con mezzi discutibili o associata alla ricerca di prestigio personale. Nella dissonanza bisogna temere il ritiro, la caduta, l'infamia o il decadimento. Francesco I e il disastro di Pavia, … Hitler, Goering, Daladier, Laval, Kennedy…”. “Ecco – mi dicevo – ecco qualcuno che dimostra chiaramente di avere fatto l'astrologo sul campo, di parlare per avere osservato e verificato migliaia di volte, uno studioso che non si nasconde dietro giri di parole o aria fritta: qualcuno che dice esattamente ciò che desidera dire”. Ti ho visto scrivere con lo stile che avrei chiamato “senza rete” e che avrei cercato di fare mio all'ennesima potenza. Anche per questo ti sono grato, carissimo André.

Ma tu eri anche un astrologo con cui si potesse discutere di ascensione retta e di declinazione, un astrologo capace di erigere un tema natale, a mano, senza commettere errori di calcolo matematico, un astrologo in grado di comprendere il valore matematico di una variabile statistica in uno studio sperimentale, un collega in grado di sostenere un dibattito sulla filosofia della scienza, sulla storia dell'astrologia, sui classici dell'astrologia e sulle nuove strade che potrebbero aprirsi per la nostra materia. Un astrologo vero, un astrologo completo, un astrologo dalla preparazione d'acciaio in ogni settore della propria materia. Ma anche un astrologo senza peli sulla lingua e mai alla ricerca del consenso generale: credo tu sia il collega più odiato di Francia, e suppongo sia superfluo chiarire il perché, ma val la pena ricordare che non hai mai lesinato quando si trattava di dare dell'asino a quell'autore o a quell'altro, anche se ciò ti ha comportato non pochi problemi di guerra. La guerra, visibilissima nella tua “esagerata” settima Casa, è stata una delle matrici della tua attività: credo si possa produrre molto di più per odio che per amore, in certe situazioni…

Hai scritto dei capolavori, tanti capolavori, che sono stati i punti di riferimento nel mio percorso di astrologo. Se solo volessi dirti quanto mi hai regalato con il tuo Dalla psicoanalisi all'astrologia , non basterebbe l'intero numero monografico del nostro trimestrale oggi dedicato a te.
Ritornando, per un attimo, alla guerra, non ti sei mai tirato indietro e hai fatto ingrassare enormemente le file dei tuoi nemici quando, qualche anno fa, per esempio, pubblicasti un intero numero de l'astrologue (4), contro l'astrologia esoterica, i punti di fortuna, le Lilith, le Lune Nere e via dicendo.

Oggi hai Ottant'anni e continui a lavorare a un ritmo e con una qualità impressionante: il tuo ultimo lavoro su Galileo Galilei, Keplero, Newton e compagni è semplicemente superbo…
Vorrei sforzarmi di trovarti dei difetti, ma proprio non ci riesco. Sul piano umano, poi, penso che ogni celebrazione sia, in ogni caso, una sottostima delle tue qualità: durissimo con i nemici e amorevolissimo con i discepoli e con gli amici. Disponibile sempre e con tanta umanità. Leggevo, nelle primissime lettere di inizio anni Settanta (che custodisco come delle reliquie), una partecipazione vera, un dialogo al di là del formale, un interesse per l'uomo che si stava rivolgendo a te…

Caro André, adorato Maestro, spero che il cielo ti conservi ancora per tantissimi anni tra noi che ti vogliamo bene.
Buon compleanno

il tuo allievo, per sempre, Ciro

Note

1  A questo proposito devo fare una precisazione per me essenziale. Facendo salvi diversi colleghi bravi e che stimo parecchio, ho trovato, sulla mia strada, tanti che utilizzavano, o tentavano di utilizzare, questa sorta di astrologia “spiritualista”, fatta di tante chiacchiere e priva di alcun responso, per il semplice fatto di non sentirsi in grado di cimentarsi con delle previsioni precise. Coloro che non credono ai transiti, alle Rivoluzioni solari e agli altri sistemi di previsione degli avvenimenti, in una buona percentuale e fatta eccezione per i colleghi già citati, sono solo degli studiosi che non riuscendo a gestire un rapporto professionale con un consultante, preferiscono dichiarare che l'astrologia significhi soltanto cercare di leggere dei simboli e delle tendenze e mai dei fatti precisi.

2  Queste sono state le direttive che hanno guidato il mio modo di essere astrologo, ma con questo non mi sento di condannare apoditticamente chi abbia agito diversamente.

3  Ogni tanto leggo qualcuno in Rete “sputare” sulla manualistica, come se volesse lasciare intendere che lui (o lei) è giunto all'interpretazione di un tema senza passare per gli stessi…

4  Molti si ostinano a scriverlo con le maiuscole.

Ciro Discepolo, da Ricerca ’90 n° 48 - ottobre 2001

Nota: il ritratto a penna di André Barbault, che compare qui sopra č opera
dell’artista Mirko Flaugnatti, di Torino, che ringraziamo sentitamente per
la bella interpretazione del soggetto (Divieto di riproduzione senza nostra autorizzazione).



Libri di André Barbault in omaggio



Numero Speciale di Ricerca ’90 dedicato ad André Barbault

(Autori Vari)



Astrologia e Orientamento Professionale
(Libro di André Barbault che si può scaricare gratuitamente)

 

 

Giove&Saturno
(Libro di André Barbault che si può scaricare gratuitamente)


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