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La commedia di Dio, di João César Monteiro
di Maria Grazia Pelaia


Il maestro gelataio João de Deus è un inventivo artigiano che ha portato all'estrema perfezione l'arte del sorbetto. Nel negozio di cui è direttore, il Paradiso do gelado, sorveglia nei minimi particolari l'esecuzione e la vendita dei suoi strabilianti gusti, per intensità sensuale detti profumi e battezzati con nomi invitanti come "Così fan tutte" o "Vai con Dio". La sua maniacale esasperazione coinvolge anche l'igiene del laboratorio e delle giovani inservienti. A queste ultime, soavi e testarde, rivolge prediche raffinatamente pedanti sulle norme di pulizia quotidiana, concludendo sempre in difesa dei principali clienti della gelateria, i bambini, con un "ricordati che anche tu un giorno sarai madre". Lui stesso è però uno scapolo d'annata...

Per completare il ritratto del divino gelataio: sensibilità ed emotività ipercontrollate (atteggiamento distaccato e cinico nei confronti delle giovani donne), partenza dal basso e costruzione paziente di una carriera coronata dal successo basata sull'efficienza professionale, padronanza di un sapere manuale che si avvale di ritrovati tecnologici quali il frigorifero, complesso di inferiorità (la proprietaria ex-battona infierisce senza pietà sul suo dipendente, ricordandogli a ogni pie' sospinto di averlo preso dalla strada coperto di stracci), collezionismo. In qualunque manuale o dizionario di astrologia questa potrebbe essere la descrizione corrispondente al tipo Vergine!

Ma soffermiamoci sul peculiare collezionismo di João: un album (il suo "libro dei pensieri") dove raccoglie in bustine da filatelista i peli pubici (uno, due, un ciuffetto) appartenuti alle numerose donne conquistate. Qui l'archetipo, elemento statico, si incrina, si piega e ... si trasforma nel suo opposto: leggendo ad alta voce i piccoli commenti lirici annotati con tratti leggeri e alati accanto ai delicati viluppi, ecco esplodere una splendida fantasia da Pesci (Vitoria, Vitoria - God shave the Queen).

Il comunissimo Vergine- João si trasforma nel sublime Pesci-de Deus, artista del gelo. Scopriamo in quest'uomo anziano, rattrappito e bruttino una straordinaria carica trasfigurativa, che lo rende amante folle, acrobatico e delicatamente affettuoso. Le scene di corteggiamento della commessa di origine sottoproletaria, essere un po' selvatico ma di tremenda e pacata bellezza, sono pure sinfonie visuali di cifra pescina: due porte-finestra sul mare, un materassino poggiato su un tavolo con un'allieva in costume che mima graziosamente lo stile rana e un maestro di nuoto vestito che plana su di lei con movimenti di danza buffi e al tempo stesso orgiastici. Una delle scene di corteggiamento più castigate e sensuali mai viste sullo schermo, e una delle coppie di amanti più improbabili e assurde: un'adolescente efebica e acerba e un vecchietto rugoso e spigoloso!

La bifrontalità dell'archetipo viene celebrata sull'altare preparato per il gustoso capolavoro da far assaggiare al capitalista francese del gelato, venuto a proporsi come socio alla venalissima proprietaria del Paradiso. Il pignolo e perfezionista maestro gelataio, il virgineo e virtuoso artigiano, pronuncia un discorso pescinamente ispirato contro il commercio-truffa: se il mondo della politica ci impone un destino di sempre maggior asservimento a fini vili, almeno grazie ai suoi strepitosi profumi gelato la fantasia può ancora renderci liberi - liberi di godere il gusto che preferiamo.

Il grido del capitalista alla prima cucchiaiata di gelato è: C'est de la merde! L'intenzionale fabbricazione da parte di João de Deus di un profumo disgustoso è un marameo pescino a chi gli prepara una gabbia dorata.

La sorte gli consegna un'altra occasione di "vendetta" contro il mondo osceno e triviale del commercio: Joanhinha, la quindicenne figlia del suo macellaio, angelica scorpionessa con la coda mimetizzata nei jeans. Le è bastato un gelato per capire dove avrebbe potuto saziare la sua sete di emozioni intense. Grazie a un potente piatto di cotiche fritte al burro penetriamo in casa di João (appena intravista con Rosalinho, la nuotatrice da salotto) e partecipiamo a un rito "paradisiaco" di iniziazione alla vita sessuale (la tavola imbandita con oggetti conici di vetro iridato su cui presiede l'angelo azzurro affrescato alla parete) che trasforma il connubio tra il vecchio traviatore e la scaltra minorenne in una rappresentazione sacra, in cui i ruoli di seduttore e sedotto si confondono ambiguamente. In fondo è la bambina a condurre il gioco con lucida e divertita consapevolezza.

Ovviamente, la Società-Commercio-Macellaio sfascerà la testa del vecchio artista che sarà comunque riuscito a fabbricare il gelato dei suoi sogni con il latte in cui la sua complice ha fatto il bagno e orinato. Sopravvive, ma soltanto per constatare che il Commercio ha trasformato il Paradiso do Gelado in un fast-food di creme congelate e che la sua casa saccheggiata è ormai abitata da uccelli.

Un film per l'anima (con titoli di coda che pescinamente scorrono al contrario)...

 

Maria Grazia Pelaia

Pubblicato sul numero 29 di Ricerca '90

 

 

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