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Ciro Discepolo | Personaggi | Federico Fellini


Federico Fellini
di Ciro Discepolo


Il critico Daumier è morto impiccato ed il regista Guido ormai libero da ogni condizionamento mentale, dà libero sfogo al suo spirito fanciullesco e corre con i clouns del circo intorno alla pista, accompagnato dalla musica dei piatti, dei tamburi e delle trombe.

Siamo alla scena finale di "Otto e mezzo" il film che meglio di ogni altro esprime le strutture di fondo su cui sono costruiti Fellini uomo e Fellini artista.

Il film è del 1963 e segue di poco un'esperienza psicanalitica che ha giovato senz'altro al regista, nella misura in cui gli ha dato maggiore chiarezza e consapevolezza dei suoi problemi. Per questa ragione il film, apparentemente poco decifrabile, risulta assai esplicito e mette a nudo i vari Fellini che si muovono in Federico e che sono simboleggiati dai personaggi del racconto.

Il modo migliore per illustrare il suo tema zodiacale di nascita è proprio quello di riferirci al film.

Siamo in un soggiorno di cura (è il primo indizio di una situazione patologica che va curata) ed il regista Guido sta per iniziare il film, ma è in crisi perché non ha deciso se lavorare seguendo gli impulsi più originali della sua "anima" o i consigli tecnici del critico-scrittore Daumier che lo esorta ad essere coerente, razionale, fedele ad un discorso concreto e tendente ad un fine valido da un punto di vista sociale e culturale.

Il racconto si sviluppa sulla base di questo confronto dialettico e polemico, intervallato a tratti dall'apparizione di figure femminili eteree o carnali, materne o sensuali, rappresentanti i poli contrapposti della sua anima. Anche molte figure religiose compaiono o scompaiono disordinatamente dalla scena in una serie di flash sul passato del protagonista.

La crisi di questi ha termine con la morte del critico che lascia Guido libero di esprimersi come sente, felice di essersi ritrovato in una dimensione autentica e spontanea.

Non è difficile riconoscere nel binomio Daumier-Guido il corrispondente animus-anima che sollecita conflittualmente Federico Fellini uomo.

Il critico non è altro che il super-io estremamente rigido che compare nell'oroscopo del soggetto, ossia la dominante assoluta del tema: Saturno. Saturno è infatti angolare all'Ascendente e governa il Capricorno, segno occupato alla sua nascita da Sole, Luna e Mercurio (quest'ultimo signore dell'Ascendente Vergine dove è Saturno).

Dunque un lato fondamentale della personalità del soggetto è legata ai valori Terra-Capricorno-Saturno che sono relativi a: complessi, frustrazioni, raziocinio, concretezza, repressione del sentimento, autocritica, ecc. ecc. Pensiamo non vi siano dubbi sul fatto che il regista ha sempre sofferto di sensi d'inferiorità che sono stati alla base della sua tematica cinematografica.

A riprova di questo giudizio ecco alcune frasi citate dal personaggio stesso.

"... Sono portato, insomma, a conciliare; un po' anche per non essere guardato con rancore, con odio, perché non dicano che non mi frega niente degli altri ... " (La Stampa, marzo '73).

"... Di giorno, siccome ero magro e ne avevo il complesso - mi chiamavano Gandhi o canocchia - non mi mettevo in costume" (La mia Rimini, Cappelli, 1967).

"... La felicità è poter dire la verità senza far piangere nessuno ... " (Otto e mezzo).

E potremmo ancora continuare.

Si osservi il tema ricorrente della volontà di non urtare gli altri che è un sintomo evidente di natura insicura.

Tanta pesantezza saturnina non regna però incontrastata nel tema ma si confronta con i valori di stellium nel 5° Campo.

Già ad una prima valutazione psicologica del soggetto esaminato, risulta chiaro che per un meccanismo di compensazione vi deve necessariamente essere una componente temperamentale che tende verso gli opposti dei valori citati e cioè verso la spontaneità, lo spirito fanciullesco, l'istinto, l'immaturità, ecc.

Se a questo aggiungiamo appunto le proprietà di una Casa 5 fortemente occupata, ritroviamo per intero il personaggio di Guido di "Otto e mezzo".

Guido-Fellini ama esprimersi liberamente, ama il gioco ed il circo.

Perché il circo?

Perché esso rappresenta ciò che di più autentico resta dell'aniina infantile, con i suoi clouns, le sue luci, i colori, la musica, i bambini, gli animali.

"... E questa maniera di creare e di vivere nello stesso tempo, senza i limiti fissi che deve avere un uomo di lettere o un pittore, ma di essere immerso nell'azione, ecco cos'è lo spettacolo del circo ... " (Cahiers de la Radio Télévision belge, Bruxelles 1962).

"... se il circo fosse ancora un genere di spettacolo d'una certa attualità, mi sarebbe piaciuto molto essere il direttore di un grande circo, poiché il circo è esattamente un miscuglio di tecnica, di precisione e di improvvisazione ... " (come sopra).

"... Non avrei mai potuto sperare tanto: faccio quello che voglio, ho un lavoro che è un gioco, continuo a fare burattini, come quando avevo otto anni e mi diverto sempre..." (La Stampa, Marzo '73).

Guido e Daumier sono coesistiti disordinatamente e per lungo tempo in Fellini, fino a che questi non ha impiccato (soffocato) il secondo in "Otto e mezzo".

Forse sarebbe stato più esatto, in riferimento alla realtà, mettere il critico semplicemente da parte, senza assassinarlo. In effetti pur essendoci stata una svolta decisiva nell'opera dell'artista, dopo il film citato, non possiamo comunque affermare che l'ombra di quel super-io cosi rigido si sia completamente estinta.

"Otto e mezzo" è del '63, anno in cui vi fu l'opposizione di Urano in rivoluzione rispetto alla sua stessa posizione radicale, ed è quindi abbastanza logico che ci sia stata una trasformazione significativa nel pensiero e nell'opera dell'artista. Non è difficile riconoscere nei film successivi a questo periodo una minore ricerca formale-stilistica a tutto vantaggio di una espressione più poetica e genuina.

Prima di concludere queste note di commento alla carta del cielo di nascita di Fellini, è interessante sottolineare qualche altro aspetto della stessa, particolarmente significativo.

Innanzitutto è il caso di dire qualcosa sulla sua religiosità. Il nono settore dell'oroscopo è vuoto, mentre troviamo una congiunzione Nettuno-Giove (signore del 3' Campo) in buon aspetto a Venere nella IV Casa. Ciò va interpretato, a nostro avviso, nel senso che non vi è una religiosità "verso qualcosa", ma "da qualcosa". Ossia non vi è in Federico Fellini una ricerca mistica quale espressione di una scelta spirituale, ma piuttosto un'eredità spirituale ricevuta dall'educazione infantile. Educazione infantile acquisita quasi esclusivamente presso istituti religiosi e sentita come una prigionia (Saturno in XII).

Altro elemento interessante per capire il personaggio Fellini è la forte immagine materna che è in lui.

Parlo dei segni compensati. Il binomio altruismo-egoismo è patrimonio del Leone, ma è comune anche all'Aquario. La superficialità accompagna spesso i Gemelli, ma anche i Sagittari, ecc. ecc. Nel nostro caso è evidente come il mammismo del Cancro sia presente anche in questo classico rappresentante capricorniano che ha sempre inserito nei suoi film quei famosi personaggi femminili dal petto enorme (simbolo di allattamento e quindi di maternità).

Alla madre, alla famiglia di origine ed ai ricordi del passato, il regista è sempre stato teneramente legato cosi come appare dalla forte Venere, angolare all'FC.

In ultimo, a titolo di curiosità, va notato che il Marte leso in 2ª si è espresso, tra l'altro, negli ultimi anni, con dei furti notevoli subiti dal soggetto e dai suoi familiari.

Ciro Discepolo

Tratto da Gli astri del successo, Armenia, 1979








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