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Questa è la mia casa
di Lorenzo Vancheri


Non ho mai capito secondo quale logica Lisa Morpurgo abbia deciso la sequenza di pubblicazione delle sue opere di astrologia. Forse una logica c'è e forse Lisa l'ha anche spiegata (mi permetto di chiamarla Lisa, anche se non l'ho mai conosciuta personalmente, non per un senso di irrispettosa e millantata intimità ma per un profondo sentimento di amicizia, come dire, "intellettuale" o "letteraria"). Forse una logica non c'è e la sequenza dipende solo dall'ispirazione o dal capriccio dell'autrice che della logica astrologica ferrea ha fatto la struttura portante della sua opera, salvo a sparigliare tutte le carte o a "rovesciare il tavolo" quando un concetto ormai logoro, un'intuizione, uno scarto dell'umore l'hanno portata a uscire dalla convenzione. Ma io, astrologo della domenica pomeriggio, queste cose quattro anni fa non le sapevo.

Avevo imparato i rudimenti dell'astrologia da alcuni libretti di autori inglesi pieni di figure e privi di spessore umano e di drammaticità. Impiegando i libri di Ciro Discepolo sulle tavole delle case e sulle effemeridi e quelli di Grazia Bordoni su come costruire un tema natale, mi ero messo a disegnare i temi di amici e parenti che pretendevano invano che gliene spiegassi anche il significato. Ero passato attraverso le opere di autori francesi chiari e rassicuranti (fin troppo per uno inquieto come me). Passando a caso e senza alcun nesso logico da Marc Edmund Jones a Nicola Sementovsky-Kurilo mi ero poi imbattuto in alcune opere di Dane Rudhyar che mi erano piaciute tantissimo per la loro tensione spirituale e che forse mi avevano aiutato nel processo di evoluzione spirituale che la congiunzione Urano-Nettuno in Capricorno, attraversando la mia quarta casa e formando un grande trigono con Urano in Toro e Marte-Sole-Nettuno in Vergine, aveva innescato.

Queste opere però, in quel momento, mi erano servite poco a capire l'astrologia e alla fine della terza rilettura ero più confuso di prima e vagamente insoddisfatto.

Quando una sera, vagando in libreria, notai una serie di libri firmati dalla stessa autrice, Lisa Morpurgo, ne scelsi uno a caso: il terzo volume, che parlava di segni. In condizioni normali non avrei mai fatto violenza al mio segno solare cominciando a leggere il terzo volume di una serie di quattro. Ma si vede che le stelle stavano già lavorando intensamente.

Fu un piccolo trauma perché già nella prefazione l'autrice parlava (in modo reticente, cosa che per certi argomenti ha continuato a fare anche dopo) di Zodiaci A e B e di "trasparenze". Però, dopo l'eccessiva "semplicità" degli inglesi e l'eccessiva "complessità" di Rudhyar, mi serviva una terza via, non una via di mezzo, ma una via che seguisse un percorso nuovo e imprevisto.

Credo che il 98% dei neofiti, quando comprano un libro che parla di segni solari, vanno dritti alla pagina che parla del loro segno e così feci io. Sapevo che la Vergine in astrologia ha un trattamento speciale (addolcito dalla cortesia e dalla diplomazia degli autori), ma Lisa Morpurgo doveva aver passato lunghi anni a litigare con le Vergini. Eppure non riuscivo a staccare gli occhi dalla pagina. Avevo completamente dimenticato di essere una Vergine e quello sguardo freddissimo e spietato con il quale l'autrice esaminava le motivazioni profonde del Segno, mettendone in luce caratteristiche insospettabili con la sadica precisione di un chirurgo che scava in una ferita che non sembrava tanto grave, mi impedivano di gettare via il libro e di riguadagnare la mia "normalità".

Quando finii la Vergine cominciai a leggere gli altri segni a caso, saltando dal Sagittario al Toro, dal Capricorno ai Gemelli, ed ebbi la conferma: Lisa Morpurgo sembrava crudelissima, ma in realtà aveva un bisogno profondo di cercare la verità e poi non ce l'aveva con me. Ce l'aveva con la tradizione, ce l'aveva con l'ipocrisia, ce l'aveva con la superficialità. Forse ce l'aveva anche con la follia del genere umano, con quella che lei chiamava il protagonismo, l'esibizionismo, il narcisismo, la mentalità patriarcale.

Certo non nascondeva un certo fastidio per certe debolezze umane, la sua avversione per ogni forma di associazione, la sua irritazione per certe queruli richieste di tipo sentimentale.

La sua apparente misantropia rivelava una profonda conoscenza della natura umana e la convinzione che una verità sgradevole paga molto più di una piacevole bugia.

Con Lisa Morpurgo i Gemelli non sono più (o non sono più solo) dei vivaci comunicatori o brillanti intrattenitori di effimeri e superficiali rapporti: con lei i Gemelli soprattutto "si divertono" e quando possono (quasi sempre) cercano di imbrogliare gli altri.

Con Lisa Morpurgo l'Aquario non è più solo il grande tessitore di progetti sociali e il grande realizzatore di programmi umanitari: con lei l'Aquario, oltre ad avere perso la "c", ha perso anche la fama di grande idealista e filantropo, per diventare "quello che elude".

Con Lisa Morpurgo il Cancro non è più solo il "tenerone", il materno, il sentimentale, ma anche l'astuto ed egoista manipolatore del lavoro altrui, quello che, quando il lavoro si fa sporco, duro, penoso, si tira indietro e lo lascia fare agli altri perché lui è "tanto sensibile" e potrebbe svenire da un momento all'altro. Insomma, dice Lisa , il Cancro "si sa difendere".

Quanto al Sagittario, è vero che se ne va sempre in giro e che in fondo è tanto buono, ma alla fin fine dà sui nervi un po' a tutti con il suo spirito didascalico e, a dirla tutta, il suo incrollabile ottimismo gli impedisce di capire come stanno veramente le cose.

Anche i Pesci, uno dei segni tradizionalmente più vezzeggiati dello Zodiaco, tutto "genio e sregolatezza", non sfuggono allo sguardo ironico e indagatore di Lisa Morpurgo.

La loro disponibilità affettiva li porta "ad avere molti, magari moltissimi amori eterni nel corso della loro vita". La loro sensibilità può facilmente diventare pavidità e "porta direttamente al masochismo". La loro "vocazione infermieristica", così trepida e attenta alle sofferenze umane, può scomparire di colpo non appena l'infermo riacquista la salute.

Un trattamento così ruvido dell'intelligenza umana in generale e di alcuni segni in particolare, Lisa lo ha manifestato in varie occasioni e con varie finalità.

Ma sostanzialmente si ritorna al concetto della "irrazionalità" del comportamento umano, che mette in primo piano (e tende a celebrare) chi aggredisce, chi si vanta, chi ha ambizioni sfrenate e del tutto immotivate, chi non vede l'evidenza, chi si accanisce a voler conoscere il futuro salvo poi a censurarlo o ad arrampicarsi sugli specchi del "libero arbitrio" quando questo futuro non è di suo gradimento.

Questa vis polemica ha portato Lisa ad affermazioni azzardate e sconcertanti, che hanno spesso suscitate forti reazioni.

Clamorosa fino all'imbarazzo è stata la chiusura dell'articolo di Lisa Morpurgo pubblicato dal n.32 di Ricerca '90 nel quale, dopo aver constatato che "Dio acceca coloro che vuole perdere", teorizza la mancata nascita di persone veramente intelligenti dopo il 1943 (Plutone in Leone? Nettuno in Bilancia? La dissoluzione del trigono Urano-Nettuno?) e vede l'apocalisse finale nel "trionfo dell'ignoranza e della stupidità globale"….In tempi come quelli attuali in cui si invoca seriosamente la globalizzazione delle idee e dei mercati come una conquista a cui tutta l'umanità deve adeguarsi, quello di Lisa Morpurgo è uno sberleffo che lascia il segno.

Molti hanno accusato Lisa di "determinismo" ed hanno dalla loro parte ottimi argomenti. Nel rispondere indirettamente Lisa sembra voler dire: "Lo so, piacerebbe anche a me essere "libera", ma mi piace pochissimo farmi delle illusioni e non amo dare delle soddisfazioni al burattinaio che muove le fila del mio destino. Quindi non andrò contro il mio destino, perché forse l'agitarmi forsennatamente come un novello Laio perché esso non si realizzi non farà altro che far precipitare ed accentuare la sua realizzazione.

Molti hanno accusato Lisa di ambiguità e di reticenza nel suo rapporto con il consultante. Ma Lisa è in primo luogo realista, sa come agiscono i meccanismi censori, quello che lei chiama "schermo ingegnoso di trappole, inganni e specchi abbaglianti", è convinta che la verità, gettata in faccia al consultante che la rifiuta, non verrebbe minimamente riconosciuta ("ci crederebbero pazzi"). E allora ricorre alle "seconde verità" ed ai "secondi rimedi". Chi non cerca la verità, lascia intendere Lisa, ma vuole solo celebrare il proprio "io ipertrofico", è felice così. Chi invece vuole veramente sapere, fa le domande giuste al suo astrologo e, con le buone o con le cattive, gli "estorce" la verità. In alternativa cambia astrologo finché non trova quello che fa per lui. Ma in genere "l'astuzia dello Zodiaco, o del destino che deve comunque compiersi, consiste nel creare delle cecità o sordità psicologiche tali da impedire al soggetto di modificare i suoi comportamenti più determinanti". Questo è il punto cruciale.

Di fatto, l'accusa di reticenza è profondamente ingiusta. Nei suoi libri Lisa Morpurgo parla in modo chiarissimo, poi ciascuno capirà e conserverà quello che vorrà, lasciando cadere quello che riterrà sbagliato o superato. Ma Lisa Morpurgo non ha mai "lisciato il pelo" a nessuno ed ha preso le sue posizioni in modo netto e senza diplomazie.

Il pensiero astrologico di Lisa Morpurgo appare totalitario e assolutista nei suoi princìpi, pochissimo propenso al dialogo e allo scambio. Ma le sue polemiche sono su questi princìpi, mai sulle persone come potrebbe apparire a un osservatore permaloso e superficiale.

Per lei la tecnica astrologica, in prospettiva e con l'aiuto di software sofisticati, può anche arrivare alla "divinazione perfetta", ma ciò non serve a nulla se comunque manca all'uomo "una visione d'insieme di tutti gli eventi e la possibilità di valutarli con sereno distacco etico".

Con uguale nettezza è respinto il tentativo di "esorcizzare il simbolo" e la rivoluzione solare mirata viene definita "paramagica".

Con la motivazione-insulto di psicologismo sono spazzati via gli astrologi "umanistici" perché, secondo l'autrice, non hanno retto il peso dell'astrologia, "si vergognano" di essere astrologi e temono "indebiti accostamenti col mondo delle cartomanti".

Viene poi messo il dito sulla piaga quando si stigmatizza un eccesso di terrorismo astrologico o di quella che si potrebbe chiamare "effemeridi-dipendenza", che porta i consultanti a compulsare con frequenza oraria i transiti della luna e i consultati, se professionisti, a trarre il massimo utile da questa ossessione.

Tutti questi atteggiamenti e queste prese di posizioni potrebbero risultare irritanti o anche offensivi, eppure Lisa Morpurgo, esplicitamente o implicitamente, è ammirata e rispettata anche da chi ha idee molto lontane dalle sue. Perché al fondo di tutto si percepisce che il vero interesse dell'autrice parte da quella che lei chiama "la decifrazione dello zodiaco" (con il suo ferreo meccanismo di censure, filtri e astuzie) per spingersi poi verso riflessioni sempre più ampie sul significato del patriarcato, sul tabù dell'aborto, sulla "necessità" della misoginia, sulla "crisi del fallo", sul "ricordo" del matriarcato, sul tabù della guerra, sul condizionamento "onirico-genetico".

La certezza dell'obbedienza (la disponibilità di Abramo a sacrificare il figlio Isacco, nonostante gli avvertimenti più che razionali di Satana-Donna) riflette per Lisa l'assoluta necessità che il messaggio zodiacale sia posto in esecuzione in modo esatto.

Accanto alla misoginia, indispensabile corollario della mentalità patriarcale, "deve" svilupparsi anche la lotta contro la scienza e le sue verità, quando troppo "anticipatorie", negando finché possibile le scoperte troppo sconvolgenti e, quando non più possibile, mettendo sottilmente in moto tutti i meccanismi anti-lunari e uraniani di Vergine-casa sesta

(importanza della misurazione, del calcolo, della dimostrazione sperimentale) contro la logica intuitiva globale (lunare) di Pesci-casa dodicesima.

Il femminismo di Lisa Morpurgo segue perciò una via del tutto originale, in cui gli avvenimenti storici sono letti in chiave zodiacale ma tenendo ben chiara sullo sfondo un'immagine, un'intuizione di catastrofe che eventi cosmici molto più grandi di noi ci preparano.

Il tempo dell'uomo e il tempo di Dio, la coscienza angosciosa dell'accelerazione del tempo e la "prefigurazione" del futuro come qualcosa di già visto, di già vissuto: questo è lo scenario in cui si muovono gli attori del teatro zodiacale morpurghiano. Nelle pagine del "Convitato di pietra" Lisa Morpurgo ha lasciato la sua essenziale eredità astrologica, con accenti che non si sa se definire logico-razionali, fantascientifici o profetici, oppure tutte e tre le cose insieme.

Forse fu il mio entusiasmo di neofita irriflessivo che, alla prima lettura di quest'opera, mi fece gridare al genio. Credo che stia soprattutto in queste pagine la grandezza di Lisa Morpurgo come scrittrice e astrologa. E ancora oggi, recuperata la freddezza di chi vuole verginianamente esaminare i dettagli e il senso globale di tutto il meccanismo zodiacale, mi sembra assurdo pensare che in un sistema di codici con dodici segni e dodici case non ci debbano essere anche dodici "pianeti". Non sono stati scoperti i due pianeti mancanti? Veramente sembrerebbe che un mini-pianeta con un diametro di 300 miglia, denominato 1966TL66 e distante dal Sole tre volte più di Plutone, sia stato recentemente scoperto dagli astronomi del "Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics" in collaborazione con l'Università delle Hawaii. Ma si possono fare molte altre ipotesi: i due pianeti potrebbero non esistere più oppure corrispondere a qualche particolare cometa o a qualche ammasso posto ai margini del sistema solare (la nube di Oort?). Potrebbero benissimo non esistere due "pianeti astronomici", ma rimane validissima e fondamentale l'idea morpurghiana, del resto sviluppata da altri suoi ex allievi (come Pasquale Foglia), di due nuovi "pianeti astrologici" che completano e rendono razionale tutta la struttura zodiacale, con il "giusto" gioco di sequenze, di domicili, di esaltazioni.

Il gioco delle sequenze planetarie, l'intuizione della sfera e del vortice, il dipanarsi del filo d'Arianna planetario, l'accostamento dei pianeti alle basi puriniche e pirimidiniche della catena di DNA, la proposta di uno Zodiaco levogiro accanto a quello destrogiro sono alcune delle idee più stimolanti che Lisa lascia alla nostra riflessione.

Certo, per affermare le sue intuizioni astrologiche e la sua visione filosofica, Lisa Morpurgo ha pagato un prezzo significativo all'evoluzione della ricerca astrologica, trascurando o minimizzando quasi per capriccio o per snobismo intellettuale tutta una serie di materiali astrologici di primaria importanza.

Non sembra che l'attività divulgativa la interessi in modo particolare e infatti la sua "Introduzione all'astrologia" insegna poco al principiante, anzi rimanda esplicitamente ad altri testi. La sintesi e l'integrazione del tema natale sono quasi ignorate.

Al di là dell'amicizia (del resto ricambiata) con l'editore di Ricerca '90, Lisa Morpurgo ha liquidato "a priori", tacciandola di "operazione para-magica", la teoria e la pratica delle rivoluzioni solari mirate, sulle quali Discepolo lavora da molti anni ed ha raccolto molti dati.

Ma non potrebbe essere definita "para-magica" tutta l'astrologia?

Del resto, a parte la bella parte introduttiva, anche il volume su "La natura dei transiti" sembra scritto quasi solo per onorare l'impegno contrattuale dell'autrice con il suo editore. L'idea di fondo è che se pure è "abbastanza agevole qualificare i possibili effetti dei transiti" risulta invece "difficilissimo quantificarli". E poi, aggiunge ironicamente Lisa, "la simbologia di tutti gli elementi zodiacali è così ricca che studiarne tutte le combinazioni possibili richiederebbe forse un tempo superiore a quello necessario al verificarsi dell'evento temuto".

In più, a proposito dei transiti, vengono tralasciati tutti i pianeti veloci compreso Marte che, in termini di pericolosità molti pongono in prima fila (anche come pianeta in un tema natale Marte è un po' sottostimato e ridotto al rango di forte, muscoloso e aggressivo ma sostanzialmente stupido).

In generale, nell'opera di Lisa Morpurgo, si ha l'impressione che la ricerca applicata e la valutazione statistica dei dati sperimentali siano, se non proprio respinte, utilizzate controvoglia come conferma non essenziale, ragionieristica (verginiana) di verità logiche già dimostrate da sé. E in un caso, presentando Einstein come vittima di questo modo di pensare, lo dichiara esplicitamente.

Un'altra delle evidenze più chiare dello Zodiaco (i segni compensati o rovesciati) sono completamente ignorati da Lisa Morpurgo, lei che con le trasparenze dei pianeti dei sistemi B propone una lettura più sofisticata di alcune caratteristiche dei segni.

Incomprensibile, sia nella logica della tradizione (che può sempre essere smentita) che nella logica della ricerca (che è sempre apprezzabile), risulta infine la sua dichiarata ostilità o indifferenza, oltre che per le rivoluzioni solari, anche per le progressioni e per i punti angolari. Tra questi si salva un po' l'Ascendente. In merito al Medio Cielo si dice che non serve a niente e gli altri punti non vengono quasi neanche nominati.

Legata a questa indifferenza per i punti angolari sta forse l'assoluto silenzio sul valore della Dominante e sull'impiego dei nodi lunari, che Lisa non nomina neanche per respingerli, come fa invece con "gli elementi spuri (Lune nere, punti di fortuna, punti di morte, eccetera)".

Degli aspetti, solo quelli relativi ai numeri 1,2 3 e 4 sono presi in considerazione. Gli altri non esistono o sono spazzati via come illogici. Eppure molti autori non superficiali hanno riportato dati sul valore negativo di aspetti quali il semiquadrato e il sesquiquadrato.

Ecco, mi piace pensare che tutte queste stranissime lacune, questi rifiuti immotivati, queste chiusure dispettose non siano riuscite a scalfire minimamente l'affetto dei "seguaci" e il rispetto, da parte degli "altri" astrologi, della figura e dell'opera di Lisa Morpurgo.

Certo dalla sua parte Lisa ha la personalità, la sensibilità e la cultura letteraria di una grande scrittrice ed usa l'ironia come mezzo stilistico ed espressivo.

I suoi libri, in particolare "Il convitato di pietra", hanno momenti di passione, di commozione o di malinconia che fanno dimenticare di stare leggendo un libro di astrologia. Forse in effetti Lisa, prima che una grande astrologa, è una grande scrittrice e una profonda conoscitrice della condizione umana.

A me, che ho la congiunzione Sole-Nettuno vicina alla cuspide della dodicesima casa e che da due anni cercavo di capire, saltando da un autore all'altro, se la mia casa era l'undicesima o la dodicesima, quando finalmente lessi il primo volume delle Lezioni di Astrologia (La natura delle case) dopo aver letto tutti gli altri, apparve evidente ciò che prima era ambiguo, incerto e nebuloso.

Partendo dal presupposto che l'undicesima casa era "la più incompresa e bistrattata dall'astrologia tradizionale", Lisa non la presentava più come la casa della socialità, delle organizzazioni, delle cause umanitarie, della solidarietà, dei desideri, delle speranze, dei progetti, degli obiettivi e delle amicizie, bensì come la casa del distacco, dell'ironia, della moderazione, la casa dello spirito anti-didascalico e anti-missionario, del "vivi e lascia vivere", la casa dell'equilibrio non come incertezza ma come rinuncia alle certezze, con un fondo di inquietudine nettuniana, la casa della diplomazia e della pacificazione ma anche, opposta alla quinta, la casa degli atteggiamenti quietamente non convenzionali, anti-paternalistici, anti-vitalistici.

Certo tutto questo poteva essere visto come "negativo" e "poco solare". Anzi una casa undicesima che, non dimentichiamolo, costituisce la porta di accesso alla dodicesima, poteva essere esposta al pericolo dello squilibrio mentale, del disagio esistenziale, dell'emarginazione. Ma Lisa Morpurgo, coerente con la sua impostazione anti-vitalistica e anti-aggressiva (marziano-solare), causa di tanti pericoli e di tanti lutti per l'umanità, non aveva dubbi nel "parteggiare" per la casa undicesima. Ed io, convinto e confortato dalle sue argomentazioni, riponendo il libro che concludeva la mia "riscoperta" dell'astrologia, dimenticai il rancore che mi aveva accompagnato dalla prima lettura del mio segno solare e felice confermai ad alta voce: "Questa è la mia casa".

Lorenzo Vancheri

Pubblicato sul numero 35 (luglio 1998) di Ricerca '90

 

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